Pensionamenti e difficoltà di accesso alla professione: nel 2023 previsti 16 mila dottori in meno. A rischio 20 milioni di pazienti
Il medico di famiglia, nel 2023, potrebbe essere solo un ricordo del passato. E' quanto emerso all'ultimo congresso Fimmg, la Federazione italiana dei medici di famiglia. Secondo i dati resi disponibili, entro sette anni si ritireranno 21.700 camici bianchi, senza essere proporzionalmente rimpiazzati. Si stima una perdita di 16 mila unità, che potrebbe mettere a rischio il servizio in molte regioni, soprattutto a Nord.
Entro sette anni, 20 milioni di italiani potrebbero dunque rimanere senza il proprio dottore di fiducia. La causa è duplice: il numero chiuso all'università, che scoraggia i giovani desiderosi di aprirsi uno studio di medicina generale, e l'ampio numero di pensionamenti, dovuto alle difficoltà burocratiche che accompagnano la professione. Esiste anche un problema di finanziamenti, connesso al ristretto numero di borse di studio messe a disposizione dalle regioni: solo 900 all'anno, con una media retributiva di 800 euro.
Così, la scelta di campi diversi dalla medicina generale è diventata un vero e proprio fenomeno, diffuso in tutta Italia. I dati sono, però, più allarmanti a Nord. In Piemonte, si prevede che lasceranno il proprio studio 1173 medici di famiglia, in Lombardia 2776, in Veneto 1600, in Liguria 527. Cifre importanti, considerando che ogni medico segue circa 1200 pazienti. A questo ritmo, il servizio rischia di essere messo seriamente a rischio, in un futuro non lontano.