La relazione annuale del ministero della Salute rivela che la diminuzione è pari al 5% in un solo anno. Cresce il numero dei medici obiettori: 70%
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Il numero di aborti in Italia cala di oltre il 5% in un anno e per la prima volta scende al di sotto della soglia dei 100mila casi. Un dato più che dimezzato rispetto ai 234.801 del 1982, anno in cui si è riscontrato il valore più alto. A rivelarlo è la relazione annuale redatta dal ministero della Salute sull'applicazione della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Cresce però il numero dei ginecologi obiettori di coscienza, passando dal 69,2% del 2006 al 70% odierno.
Dati italiani fra i più bassi - Il dato italiano rimane tra i più bassi di quelli osservati nei Paesi industrializzati. Un aborto su tre riguarda una donna straniera, mentre fra le minorenni il tasso di abortività è del 4,1 per 1000. Resta costante, ed è la più bassa a livello internazionale, la percentuale di aborti ripetuti: il 26,8% delle Ivg viene effettuata da donne con una precedente esperienza.
Obiezione di coscienza - Nonostante un lieve aumento generale dei medici obiettori, il numero degli stessi nei consultori è molto inferiore rispetto a quello registrato nelle strutture ospedaliere.Con 1,6 aborti a testa a settimana, la relazione conferma che "il numero di medici non obiettori risulta quindi congruo, anche a livello sub-regionale, rispetto alle interruzioni effettuate, e non dovrebbe creare problemi nel soddisfare la domanda". Le regioni dove per le donne è più difficile abortire sono il Molise (93,3% di obiezione), la Provincia autonoma di Bolzano (92,9%), la Basilicata (90,2%), la Sicilia (87.6%), La Puglia (86.1%), la Campania (81.8%) e Lazio e Abruzzo (80,7%).
La pillola Ru486 - È stato registrato un incremento dell'uso della pillola Ru486, impiegata nel 9,7% (in totale 8.114 casi) di tutte le interruzioni volontarie di gravidanza nel 2013. L'aborto farmacologico contava 3.836 casi nel 2010 (3,3% del totale) e 7.432 casi nel 2011 (6,7%).