Una ricerca della Brown University di Providence dimostra che il cervello degli anziani ingloba più informazioni visive di quello dei giovani
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L'occhio anziano vede "di più" di quello giovane. Uno studio condotto dalla Brown University di Providence, negli Usa, dimostra che con l'avanzare dell'età si perde il filtro che consente di selezionare le informazioni visive che giungono al cervello e scartare quelle superflue. L'esperimento è stato realizzato su un campione di 10 anziani e 10 giovani e in ultima analisi rivela che il cervello dei primi è meno "arrugginito" di quanto si possa pensare.
Il team di ricercatori guidato da Takeo Watanabe hanno analizzato i dati di anziani e giovani volontari chiamati a riconoscere dei numeri su uno sfondo pieno di immagini "distraenti", tra cui dei puntini che fluttuavano con movimenti casuali o con direzione lineare da destra a sinistra o viceversa.
Ripetendo più volte il test entrambi i gruppi miglioravano man mano le proprie performance nel riconoscimento dei numeri. Tuttavia è emerso che gli anziani, ma non i giovani, sono anche capaci di riferire la direzione prevalente dei puntini al momento della comparsa dei numeri a video. E senza che venisse loro richiesto di prestarvi attenzione. Dalla'altro lato questa informazione era invece del tutto ignorata dai giovani.
Il responsabile della ricerca Takeo Watnabe ha dichiarato: "sebbene il fatto che il cervello anziano inglobi più informazioni visive non sia di per sé vantaggioso perché possibile fonte di distrazione, lo studio indica anche che non è sempre vera l'idea generale che il cervello degli anziani sia meno flessibile di quello giovane e questa è una buona notizia per gli anziani". L'anziano, è spiegato sulla rivista Current Biology, "si può dire che veda più cose", forse anche più del necessario. In pratica sono "troppe" le informazioni visive spedite al cervello, comprese immagini inutili e fonte di distrazione.