MEDICINA HI-TECH

Al Gemelli di Roma il "naso" elettronico che scova i tumori

Il dispositivo sarà usato per individuare il cancro alla prostata e alla vescica. Annuserà campioni di urina ed eviterà test cari e invasivi

04 Set 2014 - 12:16
 © -afp

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Un "naso elettronico" potrebbe scovare i tumori alla prostata e alla vescica. Lo strumento che consente di evitare esami lunghi e costosi è a disposizione per la prima volta in Italia presso il Policlinico Gemelli di Roma. Presto i ricercatori daranno il via ai test per verificare se questo metodo ha un'efficacia paragonabile agli altri.

"Annusare" l'urina per risparmiare - Pierfrancesco Bassi, direttore della clinica, afferma: "Al giorno d'oggi nasi elettronici sono in sperimentazione in diversi campi, per esempio per il tumore ai polmoni attraverso il respiro, mentre noi urologi possiamo contare sull'urina, un campione facile da raccogliere e analizzare. Ma i tumori che prevediamo di trovare sono quello della vescica, il più costoso per il Sistema sanitario nmazionale, e quello alla prostata. Entrambi sono a diretto contatto con l'urina e rilasciano nel liquido molecole che si possono 'annusare'. Siamo i primi in Italia a usare questo dispositivo, l'obiettivo è verificare se può sostituire gli esami attuali, determinando un grande risparmio anche se è ancora prematuro quantificarlo".

Per evitare esami invasivi -
I primi test saranno fatti su cento pazienti con il tumore, per verificare se il "naso" è in grado di identificare la patologia. In seguito, l'analisi sarà portata avanti parallelamente a quelle tradizionali. Alcuni studi, fra cui uno pubblicato lo scorso maggio sul Journal of Urology, hanno dimostrato in linea di principio che il dispositivo, che costa circa 25mila euro e richiede pochissima manutenzione, è in grado di distinguere efficacemente tra il tumore alla prostata e l'ipertrofia prostatica benigna, due condizioni spesso confuse dai test del sangue e che necessitano invece di metodi molto più invasivi.

La malattia ha la sua "firma" odorosa - Bassi sottolinea: "L'idea di utilizzare gli odori per le diagnosi non è nuova. Si pensi al fatto che alcune infezioni danno cattivo odore. Già in epoca vittoriana ai medici inglesi veniva insegnato a usare tutti i sensi e, più recentemente, si è scoperto che i cani, soprattutto i labrador, sono in grado di distinguere i tumori con l'olfatto. Questi animali dispongono di 200 milioni di recettori mentre l'uomo ne ha solo 5 milioni".

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