LA PAROLA AGLI ESPERTI

Amcli: "Il recente caso di tubercolosi a Treviso sia occasione per fare chiarezza"

"Le Strutture Complesse di Microbiologia presenti sul territorio sono garanzia di rapido intervento per contrastare eventi ad alto rischio", aggiunge

11 Apr 2019 - 15:55
 © ufficio-stampa

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"I recenti episodi di tubercolosi che si sono manifestati a Treviso confermano che occorre una strategia mirata a intercettare i casi latenti, dai quali può scaturire una grave e inconsapevole minaccia sanitaria". 
Questo è quanto ribadito dall'Amcli (Associazione microbiologi clinici italiani) in seguito al caso dell'insegnante di Motta di Livenza (Treviso) che avrebbe sottovalutato i sintomi della tubercolosi (tosse persistente, dimagrimento e febbricola) e proseguito la propria attività infettando inconsapevolmente quasi l’intera classe.

"Parlando di tubercolosi forse è il caso di fare un po’ di chiarezza. Esistono almeno due forme di tubercolosi: quella attiva e quella latente. La tubercolosi polmonare attiva porta all’eliminazione con i colpi di tosse, nell’aria circostante, del bacillo responsabile, il micobatterio tubercolare. Quando degli individui (nel caso di Treviso gli alunni) sono infettati ma non hanno segni radiologici o sintomi specifici hanno la tubercolosi latente. Statisticamente, dei soggetti con tubercolosi latente solo il 10% svilupperà la malattia attiva, tutti gli altri non manifesteranno mai la tubercolosi", dichiara il dott. Enrico Tortoli, coordinatore del Gruppo di Lavoro per i Micobatteri dell’Amcli.

Come si diagnosticano le due forme di tubercolari? - "La tubercolosi attiva si diagnostica ricercando, con varie tecniche, il micobatterio tubercolare nell’escreato (dalle colture classiche alla biologia molecolare che in poco più di un’ora è in grado di individuare la presenza del Micobatterio nel campione biologico); la tubercolosi latente si diagnostica ricercando la traccia immunitaria lasciata dal bacillo nell’organismo (test Mantoux e IGRA)", afferma il dott. Roberto Rigoli, direttore dell’U.O.C. Microbiologia dell’USSL 2 Marca Trevigiana e Vicepresidente Amcli.

"Appare evidente come il ruolo delle Strutture Complesse di Microbiologia presenti sul territorio nazionale e i professionisti che ne fanno parte, siano garanzia di interventi rapidi e specifici al fine di contrastare eventi ad alto rischio (come nel caso di Treviso) e di consentire quindi un immediato intervento terapeutico, ma sono inoltre garanzia di diagnosi in altre importanti situazioni di emergenza infettivologica ed epidemiologica come di recente per episodi di infezione da Mycobacterium chimaera in pazienti cardiochirurgici o i casi di Meningite, non dimenticando mai la costante attenzione all’individuazione dei microrganismi multiresistenti agli antibiotici che rappresentano il problema globale di Sanità del terzo millennio", conclude il dott. Pierangelo Clerici, Presidente Amcli e Direttore dell'Unità Operativa di Microbiologia dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale Ovest milanese.

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