Per l'uso di canapa indiana a scopi terapeutici. L'idea di due pazienti con sclerosi multipla
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Inaugurato oggi nel Salento, a Racale, il primo "Cannabis social club" d'Italia i cui componenti organizzeranno la coltivazione collettiva di cannabis prodotta esclusivamente per uso terapeutico. Oltre mille le persone, affette da varie patologie, che hanno chiesto di far parte del Club. L'iniziativa è sostenuta anche dal sindaco Donato Metallo. I promotori del Cannabis Social Club, Lucia Spiri e Andrea Trisciuoglio sono due giovani affetti da sclerosi multipla. Alla causa dell'associazione "La piantiamo" aderiscono anche don Andrea Gallo, i Sud Sound System ed Eugenio Finardi.
Per evitare le vie illegali
Lucia e Andrea usano quotidianamente il Bedrocan, un farmaco a base di infiorescenze di cannabis proveniente dall'Olanda e prescrivibile in Puglia grazie a una delibera della Regione che consente alle farmacie ospedaliere di ricevere il medicinale.
Il farmaco, però, non è facile da reperire, bisogna affrontare una lunga trafila burocratica e i tempi sono molto lunghi. Gli ammalati, per questo, secondo gli organizzatori dell'iniziativa, si rivolgono al "mercato nero" e alla criminalità organizzata.
"Contrari all'uso ricreativo"
Ivana De Leo, legale dell'associazione spiega: "Non vogliamo legalizzare la droga, vogliamo che la canapa sia riconosciuta come terapia. E noi, questo deve essere chiaro, siamo contrari alla canapa per uso ludico".
Lucia Spiri, di 31 anni, affetta da 13 anni da sclerosi multipla racconta: "Da quando assumo la cannabis fumandola o tramite vaporizzatore, bevendola in tisaneo mangiandola in torte, ho eliminato tutto, non ho più necessità di nessun tipo di farmaco".
La cannabis, secondo gli ammalati che ne fanno uso, lenisce sofferenze provocate dalle malattie e consente una migliore qualità di vita ai pazienti.