Uno studio mette in guardia sui possibili rischi legati al sovrappeso
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Sapevate dell'esistenza di un legame tra obesità e fertilità? A mettere in guardia sul rischio di infertilità legato ad una condizione di forte sovrappeso è la "Johns Hopkins University" di Baltimore (Maryland). Secondo un loro studio pubblicato sulla rivista Cell Metabolism, le donne patologicamente in sovrappeso, quindi soggette ad obesità, registrano una sovrapproduzione dell'ormone insulina che stimola, con livelli eccessivamente elevati, i recettori dell'ipofisi, una ghiandola situata alla base del cervello.
Proprio dall'ipofisi, infatti, dipende la produzione, tra gli altri, di particolari ormoni che regolano il ciclo ovarico: le gonadotropine. Se i livelli di insulina sono eccessivi, si innescano alterazioni a livello ormonale che disturbano la funzionalità ovarica, inducendo infertilità. Le cellule ipofisarie, infatti, a differenza delle cellule epatiche (del fegato) o delle cellule del tessuto muscolare, non sviluppano resistenza all'insulina, restando quindi sensibili alla risposta dovuta a questo ormone. Questa scoperta, inoltre, sembra che possa essere molto utile per approfondire anche la conoscenza sulla sindrome policistica, molto frequente nelle donne obese, tra le prime cause di infertilità.
Durante i loro esperimenti, gli scienziati si sono serviti di alcuni topi femmine divise in due gruppi. I topi di uno dei due gruppi sono stati privati dei recettori ipofisari dell'insulina. Successivamente, a tutti gli animali è stata imposta una dieta ipercalorica che ha prodotto in essi obesità molto velocemente. Alla fine di questo periodo, nei topi obesi privati dei recettori ipofisari, la ghiandola non poteva rispondere ai cresciuti livelli di insulina e quindi, questi, hanno mantenuto livelli ormonali normali e ciclo ovarico regolare, senza manifestare infertilità. I topi obesi, invece, ancora dotati di recettori, hanno sviluppato la sindrome da ovario policistico, con alti livelli di luteina e progesterone, ciclo ovarico irregolare e scarsa ovulazione.
Un motivo in più, dunque, per incentivare le donne a perdere qualche chilo di troppo.
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