Il ministro Lorenzin lancia una proposta: “Creiamo un TripAdvisor degli ospedali italiani”
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Usare internet per combattere la malasanità. E’ ciò che propone il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, in un’intervista su La Repubblica di oggi dichiara: “Voglio creare un TripAdvisor degli ospedali italiani”.
Il progetto permetterebbe di condividere sul sito del Ministero i dati riguardanti gli ospedali, primi fra tutti il numero di ricoveri, gli interventi, il rischio di morte e l’efficacia delle terapie, ma anche “l’accoglienza del personale, la pulizia dell’ospedale e l’umanizzazione delle cure”, aggiunge il ministro. Potrebbe essere internet, quindi, a guidare i pazienti italiani (10,7 milioni ogni anno) nel labirinto dei 1500 ospedali presenti sul territorio nazionale (tra i pubblici e i privati convenzionati), grazie a informazioni divulgate con un linguaggio semplice e fruibile. “Siamo nell’era degli open data e le informazioni sul nostro sistema sanitario devono circolare. I dati esistono già – assicura Lorenzin - bisogna solo renderli consultabili da tutti”. Ovviamente, come accade su TripAdvisor, non si diffonderanno solo i dati forniti dai professionisti della salute, ma anche i pazienti avranno la possibilità di raccontare le loro esperienze.
Il TripAdvisor degli ospedali italiani non solo permetterà al paziente di decidere dove curarsi in modo più consapevole, ma “farà suonare il campanello di allarme immediatamente”, sostiene il ministro, riuscendo a smascherare le inefficienze molto prima di quanto accada ora. Inoltre il sistema “può smentire luoghi comuni”, come quelli che riguardano la presunta maggiore efficienza del Nord Italia rispetto agli ospedali del Sud, eliminando inutili spostamenti da una regione all’altra. Un progetto, quindi, che, all’insegna della trasparenza, servirà a migliorare la sanità e non a innescare sterili competizioni. Obbiettivi centrali, in vista dell’entrata in vigore della legge Ue che consentirà ai cittadini di spostarsi in tutta Europa senza vincoli, per motivi di salute, anche per “comunicare la qualità delle strutture italiane a chi vive all’estero per attrarre i pazienti”.