Per gli esperti della Società italiana di neonatologia, alcuni controlli medici sono da effettuare già nelle prime settimane di vita
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"L’idea prevalente di non medicalizzare il parto e di mandare a casa presto i neonati e non dopo quattro o cinque giorni come si faceva in passato fa sì che non si possano identificare in modo adeguato anche le più comuni patologie". Con queste parole il prof. Costantino Romagnoli, presidente della Sin - Società italiana di neonatologia – durante il XIX Congresso nazionale, svoltosi dal 28 al 30 ottobre a Firenze ha messo in guardia i centri nascita italiani per sensibilizzarli alla necessità di sorvegliare il neonato attraverso screening approfonditi e attenzione prima medica e poi familiare fino a un mese dalla nascita.
Più controlli sui piccoli - Sono oltre 500mila i bimbi che vengono alla luce ogni anno in Italia e, grazie ai grandi progressi della neonatologia, la mortalità neonatale è a livelli minimi, tra le migliori in Europa: 2,72 su 1000 nati (Rapporto Cedap Ministero della Salute 2013). Però nel 60% dei piccoli giudicati “normali” alla nascita si possono poi riscontrare patologie serie: il neonato può essere insomma “bugiardo”.
Quattro colori per identificare le malattie - I neonatologi della Sin hanno dunque proposto durante il Congresso nazionale di sistematizzare i rischi potenziali procedendo a una classificazione delle quattro malattie neonatali più diffuse che minacciano la salute del piccolo apparentemente sano, identificate secondo quattro colori per facilitare lo screening nelle prime ore di vita: il “pericolo” blu delle cardiopatie congenite, quello bianco delle malattie metaboliche, il grigio dei rischi infettivi e giallo per l’ittero. Si dovrà dunque affrontare una nuova sfida nei prossimi anni, ovvero la prevenzione di queste malattie, prime fra tutte le cardiopatie congenite che riguardano il 6-8 per 1000 dei nati vivi e che costituiscono uno dei grandi temi della neonatologia e della terapia intensiva neonatale.
Screening appropriati - Ci sono infatti malattie del cuore congenite che possono non presentare sintomi clinici alla nascita; ciononostante si possono individuare nel 76% dei casi mediante uno screening, la pulsiossimetria, metodo che la Sin promuove affinché diventi un cardine dell’assistenza neonatale in tutti i centri nascita per ridurre se non evitare del tutto il pericolo blu.
Per individuare in tempo le patologie dal colore bianco, ossia quelle condizioni (encefalopatie neonatali, turbative metaboliche come l'ipoglicemia, gli errori congeniti del metabolismo) che direttamente o indirettamente turbano le funzioni neurologiche del neonato compromettendone l'evoluzione e che colpiscono l’1/3 per mille dei nati - di cui il 30% muore e il 45% ha dei danni neurologici gravi - sono determinanti ancora una volta gli screening. Fra questi il più diffuso e importante si effettua proprio al momento del parto: è l'indice di Apgar che prende in considerazione il colorito, lo stato respiratorio, il tono muscolare, la reattività e l'attività cardiaca ad 1 e 5 minuti dalla nascita ed assegna un punteggio da 0 a 2 ad ognuno dei parametri considerati. Il valore normale è compreso tra 7 e 10.
Tuttavia questo non basta: la Sin invita medici e genitori a non trascurare nessun segnale del bimbo per almeno un mese dalla nascita, in modo che in caso di accertata patologia si possa intervenire con terapie e/o trapianti che scongiurino esiti infausti. Per il problema dell’ittero neonatale, il pericolo giallo, un evento fisiologico che si manifesta in oltre il 50% dei neonati e nella quasi totalità dei nati pretermine, la SIN propone un protocollo per scongiurare il rischio neurologico dato dagli squilibri della bilirubina, pericolosa nel caso in cui non venga correttamente e tempestivamente ridimensionata.
Molto alti ancora oggi i rischi infettivi dei neonati, il pericolo grigio: i casi si aggirano fra il 5 per mille nei bimbi nati a termine e fino al 30 per mille dei nati pretermine. Le infezioni nei primi giorni di vita possono essere fatali e per questo vanno affrontate tempestivamente da neonatologi e ostetrici insieme (buona parte di queste patologie viene infatti trasmessa dalla madre), dopodiché vanno osservati accorgimenti assistenziali come l’eliminazione del sovraffollamento nei reparti nascita, il rispetto del giusto rapporto infermieri/neonato, la corretta preparazione e conservazione del latte, la riduzione dei prelievi, l’uso di farmaci monodose, l’impiego di materiali monouso, la sterilizzazione delle attrezzature e l’uso di sistemi di aspirazione a circuito chiuso. La Sin ci invita tuttavia a ricordare che il rimedio più efficace per limitare la frequenza delle infezioni e dare il giusto equilibrio alimentare al piccolo rimane l’allattamento al seno, che - la scienza lo ha ampiamente dimostrato - non fa bene solo al figlio ma anche alla madre.