"Rimanere fermi a lungo aumenta la probabilità di vivere meno", spiegano gli autori dello studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine
L'attività fisica è indispensabile, ma commisurata alle proprie capacità. L'allenamento eccessivo provoca stress ossidativo. © istockphoto
Svolgere un'attività fisica quotidiana di venti o venticinque minuti può ridurre il rischio di morte dovuto a uno stile di vita altamente sedentario. È quanto emerge da una ricerca internazionale pubblicata online sul British Journal of Sports Medicine. Inoltre, i risultati dimostrano che un maggior numero di attività giornaliere allungherebbe la vita, indipendentemente dalla quantità di tempo trascorso seduti ogni giorno.
Gli scienziati hanno messo insieme i dati dei singoli partecipanti di quattro gruppi di persone, dotate di sensori che monitoravano il grado di attività fisica, per scoprire se il movimento potesse modificare l'associazione tra tempo di sedentarietà e morte. Poco meno di 12.000 individui di almeno 50 anni sono stati inclusi nell'analisi. Erano stati monitorati per almeno 2 anni e avevano fornito dettagli su fattori potenzialmente influenti: sesso, livello di istruzione, peso, altezza, storia di fumo, assunzione di alcol e se avevano malattie cardiovascolari, cancro o diabete in corso.
Lo studio dei dati dei sensori ha mostrato che essere sedentari per più di dodici ore al giorno è associato a un rischio di morte maggiore del 38% rispetto a esserlo per otto ore, ma solo tra coloro che totalizzano meno di ventidue minuti giornalieri di attività fisica moderata o vigorosa. "Rimanere fermi a lungo aumenta la probabilità di vivere meno", hanno concluso gli autori della ricerca.