IL PROGETTO

Autismo, il pattinaggio a rotelle aiuta i bambini che ne soffrono

L'ex campionessa del mondo di pattinaggio Marisa Canafoglia oggi è una fisioterapista dell’età evolutiva e guida un progetto formativo per bambini con disturbi dello spettro autistico 

02 Apr 2024 - 12:32
 © Da video

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Marisa Canafoglia, 58 anni, è una leggenda del pattinaggio corsa: fino al 1988 è stata un’atleta di punta della disciplina, conquistando trenta volte il titolo italiano assoluto, venti quello europeo, dodici il titolo mondiale. Una passione per lo sport che non si è mai spenta e che Canafoglia ha utilizzato per coinvolgere i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico (Dsa), a partire dal 2016 all’interno di una società sportiva di pattinaggio corsa a Jesi (Ancona).

© Tgcom24

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Successivamente, dopo la pandemia, ha pensato di applicare questa attività al suo lavoro di fisioterapista dell’età evolutiva presso il Gruppo KOS, nel Centro Ambulatoriale S. Stefano, sempre a Jesi. È qui che è attivo un programma innovativo rivolto ai bambini con autismo che prevede l’insegnamento individuale del pattinaggio a rotelle come attività formativa che interviene su diversi aspetti cruciali dello sviluppo: il sistema sensoriale e motorio, la motivazione, le relazioni sociali e la regolazione emotiva.

“I bambini con DSA spesso presentano un’attività motoria intensa e una spiccata propensione per il movimento. Altrettanto spesso manifestano comportamenti atipici e bizzarri, con tendenza all’isolamento e con interessi ristretti e ripetitivi. Il pattinaggio corsa è un’attività autonoma, con regole semplici, ed è praticabile in spazi delimitati: per questo abbiamo pensato che fornisse un contesto rassicurante per potenziare diversi aspetti dello sviluppo: l'area motoria, con un focus sull'incremento della coordinazione, dell'equilibrio statico e dinamico e dell'imitazione motoria; l'area comunicativo-sociale, promuovendo l'attenzione condivisa e l'interazione con l’operatore; l'area delle attività stereotipate, inserendo esercizi variabili per stimolare la flessibilità e, da ultimo, l’area delle autonomie personali, come mettere e togliere i pattini e il casco”, spiega Canafoglia. 

Il progetto

 Il progetto del Centro ambulatoriale S. Stefano si basa su una revisione della letteratura scientifica esistente da cui emergono gli impatti positivi dell'attività fisica, in particolare per jogging e nuoto, sulle persone con disturbi dello spettro autistico: il pattinaggio a rotelle con le sue caratteristiche simili di autonomia e spontaneità del gesto atletico, emerge come una nuova e promettente opzione aggiuntiva.

Pensato per bambini dai 5 agli 8 anni, il progetto viene svolto in un ambiente circoscritto e sicuro (la palestra di riabilitazione), inizialmente con sessioni individuali e solo successivamente in piccoli gruppi. Si sviluppa in diverse fasi, progressivamente adattate alle capacità e alle esigenze dei partecipanti:

Primo Step: il bambino familiarizza con i pattini su un tappeto, per acquisire sicurezza nel mezzo.

Secondo Step: il bambino si sposta su superfici più scorrevoli, affinando l'equilibrio e l'attenzione.

Terzo Step: si affrontano percorsi motori più complessi, superando ostacoli e vincoli di direzione.

Quarto Step: si partecipa a giochi di piccolo gruppo, per favorire l'interazione sociale e l'integrazione tra pari (ad esempio tramite il gioco con la palla sui pattini o semplici percorsi motori) sempre in un contesto ordinato e con compiti precisi.

“Nel corso del tempo abbiamo coinvolto oltre 20 bambini, anche con un corso di pattinaggio a rotelle all’aperto con l’Associazione “Liberinsieme” di Jesi. Abbiamo ottimi riscontri in termini di benessere generale, riduzione delle stereotipie e riduzione dei disturbi del sonno, partecipazione e divertimento.Credo che il pattinaggio possa essere considerato una valida attività motoria da proporre a individui con DSA. Le competenze sviluppate, una volta acquisite, possono essere esercitate in piena autonomia, sia all'aperto sia nelle piste di pattinaggio, offrendo ai bambini e alle loro famiglie nuove opportunità di crescita e inclusione", conclude Canafoglia.

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