Alcuni ricercatori dell'Università di Parma e dell'Università Cattolica di Milano hanno esaminato la capacità di comprensione delle azioni e intenzioni altrui
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I bambini sono capaci di capire gli altri già a tre anni: è merito dei neuroni specchio. A dimostrarlo è uno studio italiano pubblicato sulla rivista Pnas che ha valutato appunto nel bambino anche piccolo la presenza della capacità di "specchiarsi" negli altri e anticiparne le intenzioni.
La ricerca nasce dalla collaborazione tra Giacomo Rizzolatti dell’Università di Parma e Cinzia Di Dio, Laura Miraglia, Giulia Peretti coordinate da Antonella Marchetti, direttrice del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano.
I neuroni specchio sono un tipo di neuroni scoperti nel 1992 da un gruppo di studiosi guidato da Rizzolatti.
"La base cerebrale della capacità di immedesimarsi negli altri è costituita da questi neuroni, che sono stati chiamati specchio proprio perché si attivano non solo quando l'azione viene eseguita, ma anche quando viene osservata", spiega Marchetti.
Quindi grazie a questi neuroni è possibile capire le intenzioni degli altri velocemente e poi comportarsi di conseguenza: "Se sono azioni benevole, i neuroni specchio possono aiutarci ad attivare quei processi di ordine cognitivo superiore che ci inducono a decidere di cooperare; se sono minacciose, a prendere le contromisure adeguate. È un vantaggio evolutivo enorme", spiega la specialista.
Gli esperti hanno misurato la capacità di bambini in età prescolare di comprendere l'intento di una catena di azioni di un altro individuo. Per farlo, il gruppo ha prima misurato l'attivazione del muscolo miloioideo, coinvolto nell'apertura della bocca, mentre i bambini afferravano un boccone di cibo da mangiare. Quando si afferra il cibo, l'attivazione del muscolo miloioideo inizia diversi millisecondi prima della conclusione dell'azione. Il muscolo però non si attiva se si afferra la carta, suggerendo la presenza di una catena pianificata di mosse legate a uno scopo. I neuroni specchio agiscono quando vediamo qualcuno compiere una determinata azione per capirne in anticipo l'intento. Infatti, anche se i bimbi guardano uno sperimentatore impegnato negli stessi compiti di presa, il muscolo miloioideo si attiva anche durante l'osservazione.
Tuttavia, spiega Marchetti, "abbiamo scoperto che l'attivazione del muscolo è più lenta rispetto a quanto visto nei bambini più grandi, di 6-9 anni". Questi risultati suggeriscono che la comprensione delle intenzioni motorie altrui è una capacità in via di sviluppo nei bambini in età prescolare.
"I risultati sono rilevanti anche in ottica di diagnosi precoce di bambini con disturbo dello spettro autistico, perché vanno verso la valutazione strumentale psicofisica di un eventuale deficit di comprensione delle intenzioni e disabilità fondamentali per lo sviluppo di competenze sociali", conclude Marchetti.