I tre piccoli erano affetti da una particolare leucemia che si era dimostrata refrattaria a tutte le terapie convenzionali
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Sono stati trattati con successo i primi tre bambini sottoposti in Italia alla terapia con cellule Car-T ottenute a fresco, grazie a una innovativa produzione automatizzata. I tre erano affetti da leucemia linfoide acuta a precursori B-cellulari, dimostratasi refrattaria a tutte le terapie convenzionali. Sono stati trattati con le cellule geneticamente modificate prodotte presso l'Officina Farmaceutica dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Il progetto finanziato con 10 milioni di euro Su uno dei tre bambini aveva addirittura fallito una procedura di trapianto di cellule staminali emopoietiche allogeniche. I tre piccoli pazienti sono stati inclusi nel nuovo protocollo di trattamento sperimentale e trattati con cellule che sono state geneticamente modificate, per esprimere un recettore chiamato CAR (dall'inglese Chimeric Antigen Receptor) diretto verso il bersaglio tumorale CD19. Il progetto è stato promosso dal Parlamento, che ha destinato 10 milioni di euro al ministero della Salute, al fine di mettere a disposizione questo nuovo approccio terapeutico sul territorio nazionale.
Le cellule prodotte attraverso un sistema automatizzato Il sistema automatizzato consente di produrre in sole due settimane più lotti di cellule Car-T contemporaneamente all'interno dello stesso ambiente, di ridurre il personale necessario alla manifattura, di contenere il rischio di contaminazione dei prodotti e di generare procedure altamente standardizzate e, quindi, riproducibili, limitando notevolmente i costi di produzione. Grazie alle caratteristiche di questo approccio, la terapia si rende accessibile anche per i pazienti affetti dalle forme più aggressive di malattia.
I vantaggi del processo produttivo adottato Nei tre casi è stato possibile ottenere un numero di cellule Car-T largamente superiore alla dose necessaria per la prima fase del trattamento, consentendo di congelare parte delle cellule prodotte, per gli eventuali trattamenti futuri di consolidamento. Una capacità di scorta, che dimostra la fattibilità e l'efficienza del processo produttivo. Nei tre pazienti l'infusione del prodotto a fresco è stata ben tollerata, facendo registrare come effetto collaterale solamente febbre, dovuta al rilascio di molecole infiammatorie (le citochine) da parte delle cellule Car-T.
La malattia in remissione completa in due settimane Già due settimane dopo l'infusione, nei tre bambini è stata accertata la remissione completa della malattia. Si tratta di risultati preliminari estremamente promettenti, a conferma di come la nuova piattaforma di cellule CAR-T dimostri una notevole efficacia contro le forme refrattarie di LLA-BCP, pur essendo stata testata soltanto al livello di dose più basso, come previsto dalla fase I di sperimentazione. Lo studio proseguirà con la valutazione di altri due livelli di dose e con l'attivazione della fase II, nella quale si impiegherà la dose raccomandata, identificata nella fase I.