L'innovativa tecnica con linfociti Car T, attualmente in fase di sperimentazione, ha avuto successo nel giro di poche settimane
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Un paziente affetto da linfoma B aggressivo, refrattario al trattamento iniziale con chemioterapia e immunoterapia, è guarito grazie alla terapia con cellule Car T. La cura, attualmente in fase di sperimentazione all'Istituto oncologico della Svizzera italiana, consiste nell'autotrapianto di linfociti T, geneticamente modificati, in grado di aggredire le cellule tumorali. Il trattamento è in via di sperimentazione da agosto.
Il paziente del Ticino, dopo la reinfusione di cellule Car T, è stato ricoverato poco più di 2 settimane. Il trattamento è stato ben tollerato e la successiva verifica della risposta tramite PET-TAC ha confermato la scomparsa della malattia.
Nel frattempo, lo studio clinico ha reclutato a livello mondiale tutti i pazienti necessari per permettere il confronto d’efficacia che determinerà se la terapia con cellule Car T diverrà il nuovo standard terapeutico per questi malati. Si attende la divulgazione dei risultati nei prossimi mesi.
La tecnica consiste nel prelievo dei linfociti T del malato per modificarli geneticamente in modo che sulla superficie esprimano un recettore chiamato Car. La presenza di Car ha come effetto un potenziamento dei linfociti che li rende in grado, una volta reinfusi nel malato, di riconoscere e attaccare le cellule tumorali presenti nel sangue e nel midollo, fino a eliminarle. Le cellule tumorali sono in grado di ingannare i linfociti normali ed eludere il loro controllo.
Le prime sperimentazioni andate a buon fine sono state effettuate in America. Subito dopo le autorità europee hanno dato l'ok per la ricerca in Europa. In Italia, il consenso dell'Aifa è stato sugellato ad agosto. E ora sono diversi gli istituti che hanno iniziato questo tipo di trattamento sperimentale.