L'indagine è stata condotta dall'ospedale pediatrico Gaslini di Genova durante l'isolamento in casa, tra il 24 marzo e il 3 aprile, a tre settimane dall'inizio della quarantena
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A causa del lockdown, dovuto all'emergenza coronavirus, il 65% dei bambini sotto i 6 anni e il 71% di quelli sopra ha avuto problematiche comportamentali di varia natura e sintomi di regressione. E' quanto emerge da un'indagine condotta dall'ospedale pediatrico Gaslini di Genova durante l'isolamento in casa, tra il 24 marzo e il 3 aprile, a tre settimane dall'inizio della quarantena.
I bimbi più piccoli, sotto i 6 anni, in centinaia di casi hanno mostrato episodi di irritabilità, difficoltà ad addomentarsi, risvegli notturni, inquietudine, ansia da separazione, paura del buio e pianto inconsolabile.
Negli adolescenti, invece, lo studio ha evidenziato una sensazione di fiato corto, difficoltà a addormentarsi e fatica a svegliarsi, irritabilità associata al cambiamento di umore, utilizzo improprio dei media e scarsa collaborazione alle attività domestiche.
Secondo lo studio del Gaslini, il livello di gravità dei comportamenti disfunzionali dei bambini e dei ragazzi era inoltre legato in maniera significativa al grado di malessere dei genitori. All'aumentare di sintomi o comportamenti suggestivi di stress conseguenti alla condizione "Covid-19" negli adulti, i dati hanno mostrato un aumento dei disturbi comportamentali e della sfera emotiva nei bambini e negli adolescenti, indipendentemente dalla pregressa presenza di disturbi della sfera psichica nei genitori.
"La ricerca ci conferma timori e indizi che avevamo - ha spiegato il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa -. In questi mesi si è spesso discusso sulla questione del lockdown e della condizione dei bambini. L'indagine conferma che essere stati tenuti così forzatamente in casa, senza amici, scuola, senza nonni e zii e senza quella serie di abitudini che sono un elemento di sicurezza, su molti di loro ha prodotto conseguenze".
Per lo psichiatra Fabrizio Starace, membro della task force di Vittorio Colao, i dati della ricerca "non sorprendono e confermano l'ampiezza di questo fenomeno, avvertito da tutte le famiglie italiane in cui sono presenti ragazzi minori. E' un ulteriore stimolo a recuperare al più presto la possibilità di un'interazione diretta tra i giovani e di un rapporto tra pari. Per recuperare rapidamente questi disturbi la prima cosa è definire una routine quotidiana, che includa attività ludiche e fisiche".