A Roma sperimentazione di una protezione per i dentisti
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L'Associazione nazionale dentisti italiani ricorda che è in vigore un protocollo del Comitato tecnico scientifico e ministero della Salute e replica: "Lo studio è un luogo sicuro"
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L'Oms fa infuriare i dentisti. L'Organizzazione mondiale della Sanità, ha rilasciato un nuovo documento in cui invita a rimandare i trattamenti odontoiatrici non urgenti. Una misura che sarebbe necessaria per ridurre i rischi di contagio da coronavirus. L'Associazione nazionale dentisti italiani, però, replica: "Lo studio è un luogo sicuro e la situazione italiana è chiara".
Oms: "Solo trattamenti urgenti" - Secondo l'Oms, dunque, in questa fase in cui la pandemia non può essere considerata finita, vanno fatti solo i trattamenti urgenti (tra cui quelli per le infezioni orali acute, gonfiori, infezioni sistemiche, sanguinamenti, dolore forte non trattabile con farmaci, traumi dentali) per evitare che i pazienti vadano al pronto soccorso. Nel caso quindi si debba andare nello studio del dentista, andrà fatto prima dell'appuntamento uno screening da remoto o telefono, o all'arrivo nella struttura.
Visite a domicilio per casi urgenti - Se il trattamento urgente è richiesto per un paziente che ha, o si sospetta che abbia, il Covid-19, va mandato nei servizi specializzati di cure dentistiche dotati delle misure apposite per tenere separati i casi di Covid-19 dagli altri. Si può pensare a visite a domicilio per i casi urgenti con un gruppo dentistico dedicato, in grado di applicare le misure di prevenzione e controllo.
Le misure richieste - Per quanto riguarda, invece, il personale che conduce il triage negli studi, l'Oms suggerisce di mantenere "un metro di distanza" e che tra lo staff e il paziente sia installato un divisore di vetro o plastica. Il personale, inoltre, nelle situazioni in cui si ha trasmissione di comunità, dovrebbe indossare la mascherina durante il turno e, nel caso in cui i dispositivi di sicurezza individuali dovessero mancare, sostituirli con visiere. Gli appuntamenti devono essere presi in modo tale ridurre il numero delle persone nelle sale d'attesa e fare in modo che venga mantenuta la distanza di un metro.
La replica dei dentisti - Contraria a questo documento è l'Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), secondo cui gli studi sono già sicuri con il protocollo del Comitato tecnico scientifico e ministero della Salute, adottato da tutti i dentisti italiani. L'Andi ricorda, infatti, come il documento elaborato a maggio dal Comitato Tecnico Scientifico e validato dal Ministero della Salute, con le indicazioni necessarie per la prevenzione del rischio biologico da coronavirus in Fase 2, sia stato immediatamente recepito da tutti gli odontoiatri italiani.
"Pazienti in sicurezza" - Quelle che i dentisti hanno ricevuto sono indicazioni "efficaci e che consentono lo svolgimento di ogni manovra terapeutica odontoiatrica in assoluta sicurezza per il paziente, il personale medico e quello ausiliario dello studio odontoiatrico", come ha precisato il presidente Andi, Carlo Ghirlanda. "Ci rendiamo conto che l'appello dell'Oms riguarda in particolare quei Paesi in cui non si possono garantire le misure di precauzione e di prevenzione in atto in Italia sin dall'inizio della pandemia. Ma la situazione italiana è chiara", ha aggiunto. "L'uso costante delle procedure e dei dispositivi di protezione rappresenta un presidio di sicurezza certo, come provato da questi mesi di ordinaria attività degli studi dentistici italiani nella Fase 2 della pandemia", ha concluso Ghirlanda.
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