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Uno studio dell'Università politecnica delle Marche conferma che il fiuto di animali addestrati per rilevare la positività dei pazienti al coronavirus è infallibile
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Nella rilevazione del Covid i cani da screening sono più efficaci dei test antigenici rapidi. Lo rileva lo studio multicentrico "C19-screendog", coordinato dall'Università politecnica delle Marche, con il coinvolgimento dell'Area vasta 3 delle Marche e il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Sassari. Studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Helyon. "L'obiettivo di C19-screendog è stato validare un protocollo innovativo per l'addestramento di cani specializzati nel rilevamento di soggetti positivi al Sars-Cov2 e dimostrare che i cani preparati da cinotecnici esperti, possono rappresentare un valido sistema di screening diretto su persona, senza ricorrere al prelievo di campioni biologici da far annusare".
"Grazie alla capacità degli animali di rilevare le sostanze volatili corporee, si possono raggiungere risultati con specificità e sensibilità comparabile a quella dei test antigienici rapidi", spiega Francesca Soggiu, medico del Servizio di Igiene pubblica della Asl di Sassari ed esperta cino-tecnica.
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Durante lo studio sono stati raccolti campioni di sudore per l'imprinting dei cani nei drive in AV3 Marche e Asl Sassari: i campioni sono stati collezionati e crio-conservati nei laboratori di ricerca delle due Aziende sanitarie. Successivamente, seguendo uno specifico protocollo, i cani sono stati educati dai cinotecnici a distinguere i campioni positivi dai negativi, sedendosi per segnalare i positivi e ignorando i negativi.
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Nell'ultima fase del progetto si è passati alla validazione del test ai drive in: è stato dimostrato che i cani sono capaci di segnalare persone positive in una situazione reale, dove non è più il campione di sudore a essere annusato, ma la persona stessa. In cinque mesi sono stati testati 1.251 soggetti, tra vaccinati e non, di cui 206 positivi.