In Europa e in Italia si discute se abbandonare quella chirurgica in negozi, bar e uffici, ma c'è chi ricorda la difficoltà a reperire le FFP2, che andrebbero "dedicate" agli ospedali e ai sanitari
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Mascherine, per quanto tempo e soprattutto quali. E' Andrea Crisanti a fare il punto, prevedendo che le "porteremo ancora per due anni". Da giorni poi in Europa i governi hanno cominciato a rendere obbligatorio l’uso delle FFP2. Il dibattito è internazionale e parte dalle decisioni di Germania e Austria, con la Francia in coda. Si pensa di imporre l’obbligo della FFP2 al chiuso, perché più filtrante. Ma c'è chi non è d'accordo.
L'uso della FFP2 dovrebbe valere per negozi e bus, visite negli ospedali e anche viaggi in auto, se si hanno accanto persone non conviventi. in Italia il dibattito è ancora agli inizi, con lo stesso Crisanti propenso a sostenere questa opzione, ritenendo le mascherine chirurgiche non sufficienti. C'è chi però, come Fabrizio Pregliasco, ritiene non indispensabile l'abbandono della mascherina più comunemente usata, soprattutto dopo la fatica e l'attesa che gli italiani hanno dovuto sopportare per averla a prezzo "stracciato" e in quantità accettabili.
Sicuramente le FFP2 hanno una capacità filtrante maggiore e questo è noto – afferma Agostino Miozzo, coordinatore del comitato tecnico scientifico –. Ma attenzione, c’è un problema di forniture, hanno
un costo maggiore e in questo momento chi sta in ospedale rappresenta la priorità assoluta. Andare a fare la spesa al grande centro commerciale invece non lo è. Se le FFP2 sono disponibili per tutti, ben venga. Ma in un momento di penuria, la precedenza va agli ospedali".
La discussione non si ferma. Dagli Stati Uniti Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per lo studio delle malattie infettive (Niaid), rilancia l’idea della super-copertura, in tempi di varianti che stanno mettendo a dura prova il mondo. «Se hai una protezione fisica con uno strato e ne metti un altro, il buonsenso ci dice che la protezione sarà più efficace".