Sono i dati della compagnia farmaceutica dopo la terza dose di vaccino: attualmente Ema ha autorizzato solo metà quantitativo (50 microgrammi). Su un dosaggio da100 µg la protezione sale
La dose booster del vaccino a mRna Moderna nel dosaggio da 50 µg (microgrammi), attualmente autorizzato, ha aumentato i livelli di anticorpi neutralizzanti contro la variante Omicron del virus SarsCoV2 di circa 37 volte rispetto ai livelli pre-boost, e a una dose di 100 µg ha aumentato i livelli di anticorpi neutralizzanti di circa 83 volte. Sono i dati preliminari annunciati dalla compagnia farmaceutica americana.
Attualemente l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha autorizzato la terza dose "booster" solo a patto che venga inoculata la metà del quantitativo. Ora la compagnia farmaceutica americana fa sapere che ha presentato anche i dati di sicurezza e tollerabilità dello studio di Fase 2/3 per il booster con la dose completa, (quella da 100µg) che aumenterebbe notevolmente il numero di anticorpi.
"Tutti i gruppi esaminati - si legge nella nota - avevano bassi livelli di anticorpi neutralizzanti anti-Omicron prima del richiamo. Al giorno 29 dopo il booster autorizzato da 50 µg (di mRNA-1273) la media geometrica dei titoli neutralizzanti (Gmt) contro Omicron era aumentata a 850, circa 37 volte superiore ai livelli pre-boost. Dopo il booster a dose piena di 100 µg questo valore era arrivato a 2.228, circa 83 volte più alto dei livelli pre-boost.
Il report si basa sui vaccini di 20 persone che hanno ricevuto o il richiamo di mRNA-1273, alla dose autorizzata di 50 µg o a quella di 100 µg, o uno dei due candidati multivalente ai livelli di dose di 50 µg o 100 µg. Gli anticorpi neutralizzanti contro Omicron sono stati valutati con test condotti nei laboratori del Centro di ricerca sui vaccini del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) al Duke University Medical Center.
Moderna ha inoltre comunicato che continuerà a sviluppare un vaccino specifico contro la variante Omicron (mRNA-1273.529) del virus, la cui sperimentazione clinica – afferma la compagnia – si prevede comincerà “all’inizio del 2022“.