Il Dott. Mauro Conti, direttore scientifico di HairClinic BioMedical Group, ci illustra lo stato dell’arte nel contrasto alla calvizie.
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“La novità importante, dal punto di vista scientifico, è quella che oggi siamo in grado di spegnere i processi infiammatori che, sia nell’Alopecia Androgenetica (AGA), che nell’Alopecia Areata (AA), creano la sofferenza del follicolo capillare e quindi determinano il diradamento”.
Ma come possiamo operare questo “spegnimento”? Il Dott. Conti fa cenno a sostanze naturali che sono già presenti nel nostro organismo e che sono dotate di interessanti proprietà: “Sì, alcune proteine, naturalmente presenti nel nostro sangue, vengono estratte e reintrodotte nel cuoio capelluto con lo scopo di bloccare i processi infiammatori e quindi fermare l’evoluzione della calvizie”.
Si può stimolare una ricrescita dei capelli?
“La ricrescita dei capelli è stimolata contemporaneamente - prosegue il dott. Conti - iniettando sempre nel cuoio capelluto dei fattori di crescita. Queste particolari proteine, ancora una volta naturali e autogol, ossia prese dallo stesso paziente su cui verranno utilizzate, hanno la caratteristica di salvare i follicoli danneggiati e di favorirne la massima ricrescita.
Quindi è possibile evitare il trapianto di capelli?
“Nella maggior parte dei casi il trapianto va assolutamente evitato, ma è importantissimo considerare che il beneficio estetico del trapianto lo dobbiamo sempre tenere in considerazione come un completamento di un percorso clinico”. Infatti la logica di intervento prevede un primo passo che è costituito dalla cura della calvizie, solo in seguito, se necessario, si può correre in aiuto di quelle aree in cui la ricrescita non è stata secondo le aspettative. “Quelle zone in cui non abbiamo una ricrescita perfetta - aggiunge il Dott. Conti - possono essere senz’altro migliorate con un selettivo rinfoltimento chirurgico localizzato”.
Detto ciò, è evidente come il solo trapianto non sia la strada corretta per risolvere in maniera efficace i problemi di calvizie.
“Assolutamente sì - precisa il Dott. Conti - e dobbiamo fare molta attenzione! Il trapianto di capelli da solo non basta perché interverrebbe su di un substrato in sofferenza”. Infatti senza una terapia che vada a bloccare i processi infiammatori del sistema scalpo-capelli, questi opereranno la loro azione negativa anche dopo l’intervento chirurgico, e faranno quindi cadere anche i capelli trapiantati.
Istruzioni per l’uso in caso di calvizie incipiente.
La serie di eventi che dovrebbe essere rispettata, per avere le più alte probabilità di successo nel contrasto alla calvizie, è molto semplice ed è la seguente. Primi segnali di perdita di capelli: recarsi subito da uno specialista esperto che sia in grado di dare una corretta e precoce diagnosi della propria condizione di alopecia. Evitare il ricorso a palliativi cosmetici e “cure della nonna”… del tutto inutili ed una perdita di tempo prezioso. Seguire un protocollo di Medicina Rigenerativa: oggi le nuove tecnologie passano proprio attraverso i benefici operati da Protocolli terapeutici di Medicina Rigenerativa, che sono in grado di stimolare il massimo contrasto agli stati infiammatori e favoriscono la massima ricrescita possibile. Eventualmente completare l’iter con un autotrapianto di capelli: la microchirurgia deve essere quindi intesa come un completamento di un’opera più sottile, che agisce in profondità nel contrasto alle vere cause della calvizie.
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Riassumendo, i massimi benefici e risultati senza chirurgia, in quali casi si ottengono?
HairClinic BioMedical Group esegue sin dal 2009 il Protocollo di Rigenerazione Cellulare bSBS, senz’altro il più avanzato e completo Protocollo terapeutico di lotta alla calvizie. In uno stadio iniziale o nel diradamento, assottigliamento del follicolo, agisce pienamente promuovendo la Massima Rigenerazione Cellulare del paziente, lavorando sullo “spegnimento” dei fenomeni infiammatori interessati allo sviluppo della patologia, come la Prostaglandina D2 (ritenuta la causa più importante della calvizie).
Dove agisce il Protocollo di Medicina Rigenerativa?
Favorisce in modo determinante le condizioni di salute volte a promuove la rigenerazione dei bulbi non atrofici che per colpa del Diidrotestosterone DHT, e ad una serie di cause personali, non hanno più la “forza” di far cresce un capello sano e spesso, ed è qui che entra in azione il percorso di Medicina Rigenerativa. Insomma i massimi benefici si ottengono in situazioni ideali, diradamento iniziale o diffuso, alopecia infiammatoria, alopecia con sofferenza follicolare localizzata o sparsa, queste situazioni rappresentano il 93% circa dei pazienti trattati.
E se ho già una calvizie avanzata?
La Medicina Rigenerativa non fa alcun miracolo, ma non è un optional è imperativa per creare le basi di salute e promuovere i massimi risultati personali. Se la situazione di rinfoltimento non è compatibile con le nostre aspettative, oppure se il quadro di calvizie è più evoluto già in partenza, bSBS servirà da potenziamento del trapianto atFUE, prolungandone durata, validità, stabilità clinica e massimo risultato naturale e una congrua densità visiva. Onore all’autotrapianto di capelli, ma l’autotrapianto di capelli non è la cura della calvizie, se eseguito fine a se stesso nella maggior parte dei casi non apporta una soluzione “definitiva”, di fatto basta una piccola ricerca su internet e vedere persone che l’hanno ripetuto 2/4 o più volte, con risultati estetici approssimativi e quasi mai estremamente naturali, ripetere più volte un intervento estetico non ha mai dato un risultato di valore. La calvizie è una patologia evolutiva e per ottenere i massimi risultati estetici è necessario curarla al massimo delle possibilità disponibili per raggiungere i massimi risultati clinici, e solo dopo, su quelle vere condizioni cliniche stabili, migliorare eventualmente con un intervento di rifinitura, bello da vedere e duraturo.