GENETICAMENTE MODIFICATO

Da infezione a "cura": il virus dell'herpes contrasta l'avanzata del melanoma

Una terapia sperimentale americana, basata sull'agente patogeno modificato, ha prolungato la sopravvivenza di alcuni malati di cancro alla pelle sino a 41 mesi

28 Mag 2015 - 12:08
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Per contrastare il melanoma sarà presto disponibile un farmaco basato sul virus che causa l'herpes. A rivelarlo è una ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Oncology, che dimostra come una modificazione virale denominata T-Vec sia in grado di prolungare la sopravvivenza di alcuni pazienti sino a 41 mesi. Si tratta di un risultato inedito nella storia: non solo la terapia sperimentale ha spazzato le cellule tumorali maligne, ma ha anche attivato una potente risposta del sistema immunitario.

Da infezione a "cura": il virus dell'herpes contrasta l'avanzata del melanoma

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Virus "privato" di due geni - Il farmaco sperimentale utilizza una versione del virus dell'herpes a cui sono stati rimossi due geni, in modo che non possa infettare le cellule sane. Lo studio è stato realizzato all'Istituto della ricerca sul cancro di Londra su 436 soggetti malati di melanoma in stadio avanzato. Divisi in due gruppi, una metà dei pazienti ha ricevuto iniezioni della sostanza sperimentale T-Vec (Talimogene Laherparepvec), mentre l'altra metà ha ricevuto diverse terapie già in circolazione.

I risultati - Il 16% dei soggetti trattati con il composto ha risposto positivamente alla terapia per oltre sei mesi, contro il 2% degli altri. I risultati più positivi e sorprendenti sono stati osservati in chi non aveva ricevuto alcun trattamento in precedenza e in chi aveva un melanoma meno avanzato. La media dei 163 pazienti con melanoma meno avanzato e trattati con T-Vec è sopravvissuta 41 mesi, contro i 21 mesi dei pazienti sottoposti ad altri trattamenti.

Presto disponibile negli Usa - La conclusione degli autori è, quindi, che "il virus modificato non è tossico e può essere efficace contro il melanoma metastatico". La fase dei test è ormai quasi conclusa, e nei prossimi mesi la Fda – l'agenzia americana che si occupa del controllo sui cibi e sui farmaci – potrebbe autorizzare il trattamento in via definitiva.

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