A rischiare la celiachia è invece quasi il 3%: è il risultato di una ricerca per realizzare un screening mirato.
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In Italia lo 0,8% dei bambini di età compresa tra i due e i dieci rischia di sviluppare il diabete di tipo 1, mentre il 2,9% dello stesso campione potrebbe diventare celiaco. I dati arrivano dal progetto di ricerca propedeutica D1Ce Screen il cui fine è realizzare un programma di screening su un target pediatrico mirato su queste malattie autoimmuni. A coordinare lo studio è l'Istituto superiore di Sanità.
Nel 2023 è stata approvata la legge n.130 con l'obbiettivo di istituire per la prima volta al mondo uno screening celiachi e diabete. Finora l'analisi è stata condotta in Lombardia, Marche, Campania e Sardegna. I bambini che vi sono stati sottoposti, previa autorizzazione dei genitori, hanno svolto un test per la determinazione degli autoanticorpi specifici.
"Per il diabete, sono stati arruolati 3.673 bambini, ne sono stati i testati 3.262 e, di questi, lo 0,8% è risultato positivo al primo test. Si tratta di una percentuale quasi 3 volte più alta di quanto atteso. Per quanto riguarda la celiachia sono stati analizzati 3.013 bambini, di questi il 2,9% è risultato positivo al primo test" spiega Marco Silano, direttore del Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento dell'Iss.
Silano chiarisce anche che i bambini che vi si sottopongono non sono necessariamente già malati di diabete o che lo svilupperanno con certezza in un futuro. Al contrario, i bambini presi in carico verranno monitorati nel tempo in modo tale che laddove dovesse svilupparsi la patologia, questa possa essere presa per tempo, riducendo i rischi acuti come la chetoacidosi (complicanza metabolica del diabete).
Marco Silano ha presentato il progetto White paper Screening pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia alla Camera dei Deputati.
A margine dell'incontro il vicepresidente Camera dei Deputati, Giorgio Mulè ha spiegato che si prevede un'estensione del progetto in tutta la nazione a partire da inizio 2025. Il parlamentare ha anche aggiunto che "la partecipazione della popolazione pediatrica, attraverso i genitori, è stata al di là di ogni aspettativa. Si è sviluppato all'interno delle famiglie il concetto che bisogna prevenire andare incontro a questo tipo di screening". Si ritene infatti che una diagnosi precoce sia fondamentale.