I dati

Diabete di tipo 1, a rischio lo 0,8% dei bambini italiani

A rischiare la celiachia è invece quasi il 3%: è il risultato di una ricerca per realizzare un screening mirato. 

17 Set 2024 - 16:34
 © -afp

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In Italia lo 0,8% dei bambini di età compresa tra i due e i dieci rischia di sviluppare il diabete di tipo 1, mentre il 2,9% dello stesso campione potrebbe diventare celiaco. I dati arrivano dal progetto di ricerca propedeutica D1Ce Screen il cui fine è realizzare un programma di screening su un target pediatrico mirato su queste malattie autoimmuni. A coordinare lo studio è l'Istituto superiore di Sanità. 

Il progetto

 Nel 2023 è stata approvata la legge n.130 con l'obbiettivo di istituire per la prima volta al mondo uno screening celiachi e diabete. Finora l'analisi è stata condotta in Lombardia, Marche, Campania e Sardegna. I bambini che vi sono stati sottoposti, previa autorizzazione dei genitori, hanno svolto un test per la determinazione degli autoanticorpi specifici.

I risultati

 "Per il diabete, sono stati arruolati 3.673 bambini, ne sono stati i testati 3.262 e, di questi, lo 0,8% è risultato positivo al primo test. Si tratta di una percentuale quasi 3 volte più alta di quanto atteso. Per quanto riguarda la celiachia sono stati analizzati 3.013 bambini, di questi il 2,9% è risultato positivo al primo test" spiega Marco Silano, direttore del Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento dell'Iss.

Silano chiarisce anche che i bambini che vi si sottopongono non sono necessariamente già malati di diabete o che lo svilupperanno con certezza in un futuro. Al contrario, i bambini presi in carico verranno monitorati nel tempo in modo tale che laddove dovesse svilupparsi la patologia, questa possa essere presa per tempo, riducendo i rischi acuti come la chetoacidosi (complicanza metabolica del diabete). 

I prossimi passi

 Marco Silano ha presentato il progetto White paper Screening pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia alla Camera dei Deputati. 

A margine dell'incontro il vicepresidente Camera dei Deputati, Giorgio Mulè ha spiegato che si prevede un'estensione del progetto in tutta la nazione a partire da inizio 2025. Il parlamentare ha anche aggiunto che "la partecipazione della popolazione pediatrica, attraverso i genitori, è stata al di là di ogni aspettativa. Si è sviluppato all'interno delle famiglie il concetto che bisogna prevenire andare incontro a questo tipo di screening". Si ritene infatti che una diagnosi precoce sia fondamentale.

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