Con la campagna "Funziona in Due" l'urgenza di affrontare stereotipi e pregiudizi, con l'obiettivo di promuovere un cambiamento culturale e di vivere l'utilizzo dei profilattici come momento di intimità e di salute insieme
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Nel 2023, solo il 43% dei giovani ha dichiarato di utilizzare il preservativo, principalmente a causa di interruzione del momento (28%) e disagio nel chiedere di usarlo (21%); il 51% ritiene che debba essere l’uomo ad avere il preservativo (il 47% tra le donne). Dati allarmanti dall'annuale Osservatorio "Giovani e sessualità", che Durex, il brand leader nel mercato del benessere sessuale, realizza da oltre sei anni su un campione di 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni. Da qui l'urgenza di intervento su questi temi, anche tramite la nuova campagna "Funziona in Due": un invito a tutti, e in particolare ai giovani, a utilizzare il preservativo come strumento di responsabilità tra i partner, espressione di una cultura basata sul dialogo, il consenso e il rispetto verso se stessi e gli altri.
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Dai risultati dell'Osservatorio emerge chiaramente come sia ormai radicata tra i giovani una cultura del sesso basata sull’importanza della performance personale a discapito del valore di un momento, fatto di responsabilità e rispetto reciproco. "Sappiamo che i nostri giovani scelgono di correre il rischio e che non usano il preservativo per l’imbarazzo nell’indossarlo oppure per la vergogna nel chiederlo", dichiara Paolo Zotti, Amministratore Delegato di Reckitt Benckiser Healthcare (Italia) S.p.A., che commercializza il brand Durex in Italia.
"Per questo motivo dobbiamo parlare con loro e coinvolgerli, per aiutarli a comprendere che il preservativo è un atto di responsabilità e rispetto verso se stessi e gli altri, oltre che un momento di condivisione e intimità", aggiunge. E va soprattutto prestata attenzione ai giovanissimi che, come dimostrano i dati, si rendono protagonisti di uno scenario difficile da ignorare, reso evidente dall’aumento delle percentuali di "prima volta" nella fascia 11-13 anni (dal 3% del 2019 al 12% del 2023), e un relativo scarso utilizzo del preservativo (53%).
Attraverso questa campagna, Durex intende promuovere un nuovo movimento culturale che rimette al centro della sessualità il preservativo, come diritto di tutte e di tutti di decidere di utilizzarlo e di farlo dall’inizio alla fine del rapporto. La campagna, attualmente on air in tutta Italia e in out-of-home nelle città di Milano, Roma e Napoli, prevede una collaborazione con Alexa, l’assistente vocale di Amazon, per creare una customer experience in cui gli utenti, tramite un quiz, potranno mettere alla prova la loro conoscenza e preparazione legata al consenso e all’utilizzo del preservativo.
La campagna proseguirà poi a livello digital e social attraverso collaborazioni con 6 content creators, che passando nelle vicinanze delle Maxi Affissioni e del Murales, condivideranno le loro esperienze con il preservativo e ne sottolineeranno l’importanza della condivisione con il partner, perché la sessualità funziona meglio quando è condivisa.
In risposta alle risultanze emerse dall’Osservatorio "Giovani e Sessualità", nei mesi scorsi Durex ha presentato il primo programma in Italia dedicato all’educazione sessuale e affettiva nelle scuole. L’attività, svolta a Milano in collaborazione con l’Associazione ALA Milano Onlus e con il Patrocinio del Comune di Milano, è iniziata a ottobre con l’obiettivo di coinvolgere 23.000 studenti delle scuole superiori della città, con il supporto di esperti educatori/educatrici, psicologi/psicologhe e sessuologi/sessuologhe. Ciascuna delle scuole aderenti ha accesso a laboratori di educazione affettiva e sessuale, conferenze e incontri con esperti, docenti e personale scolastico, con momenti dedicati al feedback e alla restituzione al termine delle attività e con la somministrazione di un questionario pre e post interventi, al fine di valutare le conoscenze acquisite e il gradimento rispetto alle tematiche trattate. In queste occasioni saranno inoltre proposte attività interattive (giochi, quiz, dibattiti, etc.) e momenti di riflessione e condivisione in piccoli e grandi gruppi, oltre a garantire uno spazio di ascolto non giudicante che faciliti l’emersione di domande e vissuti personali.