Un decalogo di consigli per controllare senza medicinali e senza chirurgia i sintomi di una malattia dolorosa
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L'endometriosi è una malattia cronica e sistemica che colpisce nel nostro Paese circa 3 milioni di donne: molte di loro riescono ad avere una diagnosi solo dopo diversi anni dal manifestarsi dei sintomi. Le cause sono ancora sconosciute e non ci sono cure definitive: si sa che l’endometriosi provoca dolore intenso, tanto da limitare la vita quotidiana e lavorativa di chi ne soffre: negli ultimi tempi si stanno rivelando efficaci una serie di metodiche di gestione non farmacologica e non chirurgica della patologia, le quali non portano alla guarigione, ma aiutano nella gestione dei sintomi e migliorano la qualità di vita.
CHE COS’È L’ENDOMETRIOSI – È una patologia cronica e sistemica, caratterizzata dalla presenza di cellule simili (non le stesse) a quelle dell'endometrio - la parte interna dell'utero soggetta a mestruazioni - che però si trovano dislocate - per motivi ad oggi ancora oggetto di studio - al di fuori dell'utero e che possono colpire sia gli organi adiacenti (tube, ovaie, ureteri, intestino, nervi) sia distretti anatomici e organi anche distanti dall'apparato riproduttivo. provocando un dolore intenso e invalidante. Le terapie farmacologiche prevedono l’utilizzo di pillole (estroprogestinici e progestinici) o di farmaci che inducono una menopausa farmacologica: in ogni caso le terapie puntano non alla guarigione, ma al controllo dei sintomi. In alcuni casi, quando i farmaci non si dimostrano efficaci, si fa ricorso alla chirurgia. Per questo motivo può essere utile mettere in atto alcune buone pratiche non farmacologiche e non chirurgiche che possono risultare di effettivo aiuto nella gestione del sintomo e nel miglioramento della qualità di vita, tanto più che neppure i farmaci portano alla guarigione, ma si limitano al controllo dei sintomi. Il dottor Luigi Fasolino, ginecologo di fama internazionale specializzato in chirurgia mininvasiva ginecologica, ha stilato un decalogo sulla gestione non farmacologica del dolore nelle pazienti con endometriosi.
IL DECALOGO:- 1 - INTEGRAZIONI: alcuni supplementi, assunti con la dieta o integrati sotto forma di compresse o bustine, giocano un ruolo fondamentale nell'endometriosi; in base alle localizzazioni, all'estensione della patologia e alla sintomatologia lamentata da una donna esistono strategie integrative studiate su ogni singolo caso.
2. ALIMENTAZIONE: anche se non esiste una "dieta anti-endometriosi” univoca e valida per tutte - e non esistano quindi in assoluto cibi da evitare o da preferire: ci sono però delle indicazioni alimentari ben studiate sulla base delle specifiche caratteristiche e della storia clinica di ogni singola paziente per cercare di gestire l’infiammazione cronica tipica dell'endometriosi e migliorare la sintomatologia.
3. ESERCIZIO FISICO: l’attività fisica, correttamente supervisionata da chi conosce la patologia, e discipline come pilates, yoga, camminate veloci, allenamento a corpo libero, sono un validissimo aiuto nella gestione della patologia e nel controllo del dolore.
4. EDUCAZIONE E RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO: spesso l’endometriosi porta con sé disfunzioni del pavimento pelvico, per la cui cura è fondamentale un corretto iter di educazione e riabilitazione supervisionato da fisioterapisti esperti e con l'ausilio di dispositivi anche ad uso domestico. Questo porta a una migliore gestione del dolore pelvico e di alcune problematiche tipiche della patologia.
5. AGOPUNTURA: può essere un ausilio utile nella gestione del dolore cronico. Ad oggi questa tecnica è universalmente riconosciuta come supporto e, alle volte, risoluzione di stati dolorifici o infiammatori cronici.
6. SUPPORTO PSICOLOGICO: i lunghi anni di ritardo nell’ottenere una diagnosi e lo scetticismo dei medici in presenza di una paziente che lamenta dolore costante e invisibile come quello dell'endometriosi, porta con sé importanti strascichi nella psiche. In questi casi è fondamentale ottenere un supporto psicologico esperto, per meglio affrontare i risvolti emotivi che la patologia porta con sé.
7. STILE DI VITA: ha un ruolo di grande importanza. Dormire bene e per un giusto numero di ore, bere a sufficienza durante la giornata, praticare meditazione, imparare a respirare correttamente e a gestire lo stress, sono solo alcune delle azioni che possono essere messe in atto per alleviare la sintomatologia dolorosa e migliorare la propria quotidianità.
8. TERAPIE TERMALI E FANGOTERAPIA: esiste un’evidenza scientifica crescente sull’utilità di terapie idrotermali e fangoterapia nella gestione dell’infiammazione cronica e dello stress, due dei cardini tipici della patologia.
9. CONOSCERE I PROPRI DIRITTI: L’endometriosi ha un impatto anche sulla vita lavorativa della donna che ne è affetta: necessità di assentarsi dal lavoro, minore produttività, prese in giro da parte dei colleghi, demansionamento o mancato avanzamento in carriera e varie forme di discriminazione rappresentano fonte di grande stress. Conoscere i propri diritti diventa fondamentale al fine di creare un ambiente di lavoro sano ove la paziente possa sentirsi al sicuro.
10. CIRCONDARSI DI PERSONE CHE CI SUPPORTANO: convivere con una patologia cronica, invisibile e “invisibilizzata” porta con sé tanti risvolti negativi. Uno studio scientifico ha dimostrato che la presenza di un partner o di familiari che supportano e comprendono la paziente può modificare radicalmente in positivo la quotidianità e la gestione della malattia, rendendo più gestibile l'impatto sociale, lavorativo e relazionale di quell'individuo.