IL REPORT AGGIORNATO

Età avanzata e patologie pregresse: aggiornato il report dell'Iss con l'identikit delle vittime di coronavirus

L'età media dei pazienti morti è di 80 anni, più del 60% sono uomini. Tre su quattro prima del ricovero presentavano febbre e dispnea

18 Mag 2020 - 12:18
 © LaPresse

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Un'età media di 80 anni, in prevalenza uomini e con gravi patologie pregresse. E' questo l'identikit delle vittime di coronavirus, secondo i dati aggiornati al 14 maggio nel report dell'Istituto superiore di Sanità. L’analisi si basa su un campione di 29.692 pazienti deceduti e conferma le caratteristiche che erano già emerse nelle scorse settimane. Le donne sono il 39,8% delle vittime e l'età media dei deceduti è più alta di quasi vent'anni rispetto ai pazienti (ferma a 62 anni).

I dati evidenziano che le donne decedute hanno un’età più alta rispetto agli uomini, 85 anni contro 79. Solo l'1,1% del campione (332 vittime) aveva età inferiore a 50 anni. In particolare, 74 di questi avevano meno di 40 anni (49 uomini e 25 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Confermato il ruolo delle patologie pregresse: sulla base dei 2.848 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche, il numero medio di patologie osservate è di 3,2. Il 59,8% delle vittime ne presentava almeno tre. Quanto ai sintomi osservati prima del ricovero, febbre e dispnea si confermano i più comuni (76% e 73%). Meno frequenti diarrea e emottisi. Il 5,8% delle persone non presentava alcun sintomo.

Tra le complicanze insorte, invece, l'insufficienza respiratoria ha colpito la quasi totalità dei pazienti, il 96,8%, seguita da danno renale acuto (22,0%), sovrainfezione (12,2%) e danno miocardico acuto (10,6%). Per affrontare il coronavirus la terapia antibiotica è stata usata in più di 5 pazienti su 6, meno usata quella antivirale (58%), più raramente la terapia steroidea (37%). In media, dall'insorgere dei sintomi al decesso sono trascorsi 11 giorni, 6 dal ricovero in ospedale al decesso. Questo dato è di 3 giorni più lungo per coloro che sono stati trasferiti in rianimazione.

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