La notizia è stata rimbalzata dalla rivista del "Mit per l'innovazione" e ha suscitato polemiche ma anche l'interesse di molte coppie
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Il futuro distopico di Gattaca, film culto di fantascienza in cui era possibile scegliere la composizione genetica del nascituro, non è stato mai così vicino. La start up del New Jersey Genomic Prediction ha lanciato un test, denominato LifeView, che promette di creare "bimbi su misura". La società afferma di poter utilizzare l'analisi del Dna per prevedere quali embrioni ottenuti da una procedura di fecondazione in vitro hanno meno probabilità di ammalarsi (di 11 patologie) o maggiori chance di essere più bassi e meno intelligenti dei "vicini di provetta". La notizia ha creato interesse in molte coppie, ma è stata anche bersagliata di critiche.
I test aprono a interrogativi e seri dubbi di tipo etico. Il ginecologo David Keefe, che ha sette figli, teme che le coppie convinte di poter scegliere i bambini da un menù resteranno molto deluse. Finora, i centri di fertilità statunitensi non hanno colto l'occasione per offrire il test alle coppie, in attesa della pubblicazione di studi ad hoc. Ma i potenziali genitori ne sarebbero venuti a conoscenza attraverso passaparola, riviste e volantini, e hanno iniziato a chiedere notizie al proprio medico.
Come funziona il progetto Il progetto dell'azienda è in fase preliminare. Il ceo Laurent Tellier, che ha preso ispirazione dal film Gattaca per la creazione della start up, è cauto e ha spiegato che alcuni embrioni sarebbero già stati testati ma di non essere sicuro che siano stati utilizzati per iniziare una gravidanza. Ma come funziona? Il test viene eseguito su alcune cellule prelevate da un embrione di un giorno ottenuto con un trattamento di fecondazione assistita. Una serie di valutazioni permetterebbero di mettere in luce il punteggio di rischio per una serie di patologie e caratteristiche fisiche.
I banner promozionali sui test e le critiche dei genetisti LifeView è stato lanciato a ottobre durante un incontro annuale degli specialisti della fertilità a Filadelfia. La start up nel suo stand ha promosso le sue ricerche con un banner discutibile in cui era scritto: "Ha le orecchie e il sorriso del tuo partner. Ma non il suo rischio di diabete". Affermazioni che si sono attirate le critiche dei genetisti. "E' irresponsabile suggerire che la scienza sia arrivata al punto di poter prevedere in modo affidabile quale embrione selezionare per ridurre al minimo il rischio di malattia. La scienza semplicemente non c'è ancora arrivata", afferma Graham Coop, genetista dell'Università della California a Davis. E se nell'articolo si sottolinea lo scetticismo dei centri per la fertilità Usa (sarebbero più che altro singole coppie a essere interessate), la stessa azienda produttrice in un disclaimer afferma di non poter assicurare nulla sul bebè frutto della "selezione" pre-impianto, e che il suo "non è un test diagnostico".