All'ospedale Meyer è stato ricreato, grazie alla geometria del viso del fratello gemello, il volto di un piccolo di 5 anni nato senza piramide nasale
Era nato senza naso, ma ora ne ha uno perfetto per il suo viso. A un bambino di 5 anni, venuto al mondo prematuro e senza la piramide nasale, è stata ricostruita la parte mancante "copiandola" da quella del fratello gemello. È l'incredibile intervento chirurgico fatto dall'equipe dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze grazie alla stampa 3D. "Ora sono come gli altri", il primo commento raccolto dalla famiglia.
Il bambino è stato operato dal team guidato dal dottor Flavio Facchini, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva. Il piccolo paziente aveva sul volto solo due "narici" per respirare. Le moderne tecnologie di scansione 3D hanno permesso di acquisire la geometria del viso del gemello. La forma del naso è stata usata per progettare e stampare strumenti di ausilio al chirurgo: grazie alla tecnologia 3D sono state realizzate delle "sagome" che sono servite per prelevare frammenti di cartilagine costale del bambino con altissima precisione, rendendo l'intervento il meno invasivo possibile.
Questi frammenti sono stati assemblati per costruire l'impalcatura ossea e cartilaginea della piramide nasale, successivamente ricoperta con lembi cutanei prelevati dalla fronte e dal tessuto mucoso del piccolo. Sempre usando le immagini 3D del volto del fratello, è stata realizzata anche una maschera trasparente sterile in 3D, che durante l'intervento ha consentito di verificare la perfetta corrispondenza delle dimensioni. Il primo intervento è durato oltre sette ore, seguito da un secondo di rifinitura: entrambi sono riusciti perfettamente e il piccolo è già a casa ed è tornato all'asilo.
"È andato tutto benissimo, questo incontro con il Meyer ha restituito al nostro bambino sicurezza in se stesso e la speranza di una vita normale, come quella del suo gemello: guardandosi adesso dice 'Ora sono davvero come il mio fratellino e i miei compagni!'", ha raccontato la madre dei due bambini.
Il delicato intervento è stato possibile grazie alla collaborazione tra i chirurghi del Meyer e T3Ddy (www.t3ddy.org), il laboratorio sostenuto dalla Fondazione Meyer, coordinato dalla professoressa Monica Carfagni per l'Unifi e dall'ing. Kathleen McGreevy per il Meyer, dedicato proprio all'introduzione di tecnologie 3D innovative nella pratica clinica. In sala, insieme al dottor Facchini, c'era la chirurga pediatrica Alessandra Martin, oltre ad anestesisti e infermieri, questi ultimi formati con un corso ad hoc in preparazione agli interventi di questo tipo.