Il paziente, affetto da una malformazione, non aveva entrambi i padiglioni auricolari. Tra qualche mese un secondo intervento, sempre al Meyer, per completare la ricostruzione
Hanno potuto ricostruire il suo orecchio grazie ad un'operazione con l'ausilio della stampa 3D. L'innovativo intervento è stato effettuato su un paziente 13enne all'ospedale Meyer di Firenze. Il ragazzo era affetto da microtia bilaterale, malformazione congenita rara (colpisce 5 bambini su 10mila) che porta a un'assenza della parte esterna dell'orecchio. Il chirurgo plastico è stato in grado di ricostruire uno dei due padiglioni auricolari a partire da una porzione di cartilagine prelevata dalle costole del 13enne, modellandola con la forma desiderata grazie a dei modelli stampati in 3D. Il paziente verrà sottoposto tra qualche mese ad un altro intervento per ricostruire anche il secondo padiglione.
Un team di esperti in sala operatoria - L'intervento eseguito al Meyer è il primo ad avvalersi di questa tecnologia e ha visto la collaborazione di un team di esperti in diversi settori scientifici. Ad affiancare il dottor Flavio Facchini, specialista in chirurgia plastica, erano presenti in sala operatoria la chirurgo-pediatra Alessandra Martin e alcuni ingegneri di T3Ddy, laboratorio ad alta tecnologia sostenuto dalla Fondazione Meyer.
Una lunga fase di preparazione - Per rendere possibile l'intervento, i medici del Meyer hanno dovuto una lunga fase di preparazione. Dopo aver acquisito mediante Tac la forma delle cartilagini con le quali ricostruire il padiglione auricolare, grazie ad un software è stata stampata in 3D una copia dell'organo interessato. Grazie a questo modello, è stato possibile prelevare con precisione millimetrica le porzioni necessarie per l'intervento. Inoltre, per un risultato più realistico possibile, sono state effettuate delle scansioni all'orecchio della mamma del paziente, così che il risultato rispecchiasse al massimo il patrimonio genetico del ragazzo.
"Inaugurata una nuova frontiera" - "Il vantaggio di un intervento di questo tipo, rispetto a quelli eseguiti con la precedente tecnica 2D, è l'estrema precisione", spiega il dottor Flavio Facchini. Grazie alla nuova tipologia di intervento, anche i tempi di esecuzione sono stati ridotti di molto, arrivando a un'operazione della durata di sole 6 ore. Al momento ci sono altri sei bambini in attesa dello stesso intervento, e le prospettive sono incoraggianti: "La tecnica che abbiamo applicato al Meyer rappresenta il futuro della chirurgia: gli stmapati in 3D consentono di adattare il modello ricostruttivo al singolo paziente. Abbiamo inaugurato una nuova frontiera della chirurgia ricostruttiva".