Sono 3544 le organizzazioni che aderiscono all'iniziativa. L'infezione colpisce il sangue e da esso si propaga poi a tutto l'organismo
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Il 13 settembre si celebra la Giornata mondiale contro la sepsi, una malattia poco "in vetrina" eppure letale che provoca circa otto milioni di morti all'anno su un totale di 27 milioni di contagi. Si tratta di un'infezione che colpisce il sangue e si propaga all'organismo creando danni spesso irreparabili. Secondo l'Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli) occorre quindi potenziare la prevenzione, la diagnosi rapida e la terapia contro la setticemia. Sono 3544 le organizzazioni che aderiscono all'iniziativa.
La sepsi è causata dall'ingresso in circolo di microrganismi (batteri o miceti) e dalla successiva risposta infiammatoria che si sviluppa. L'incidenza di questa patologia è in notevole aumento principalmente a causa dell'aumento della popolazione fragile (pazienti ricoverati nelle terapie intensive, immunocompromessi, anziani), la quale è spesso associata a prognosi grave (mortalità 20-40%).
Il problema peggiora anno dopo anno anche a causa del diffondersi della resistenza degli agenti patogeni nei confronti degli antibiotici. "Oltre ad essere un grave problema per la salute umana la sepsi ha anche un enorme impatto economico", spiega Pierangelo Clerici, presidente Amcli. "Si stima infatti - aggiunge - che il costo per ogni caso di sepsi sia pari a 22.100 dollari". Un'autentica piaga anche per l'Italia, dove "negli ultimi anni si sono avuti circa 250mila casi l'anno", determinando un costo sanitario che "supera i due miliardi di euro annui".
Sono diversi gli studi che indicano come fondamentale una diagnosi rapida e una terapia antibiotica. Ogni ora di ritardo nella somministrazione della cura corretta dopo le prime 12 ore dall'insorgenza dei sintomi, fa aumentare il rischio di morte del 7%. "Grazie a nuovi test molecolari - sottolinea Clerici - si possono ridurre in modo significativo i tempi di risposta all'emocoltura, che è l'esame cardine attorno al quale ruota la diagnosi".