A SETTEMBRE E OTTOBRE

Giornata mondiale dell'Alzheimer: le iniziative di Airalzh per sostenere le ricerca

Gli appuntamenti nel mese di settembre e ottobre per sostenere l'Associazione Italiana Ricerca Alzheimer: "Fondamentale intervenire su fattori ambientale e favorire l'accesso ai servizi sanitari"

14 Set 2022 - 22:04
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In Italia sono circa un milione le persone che soffrano di demenza. La maggior parte di queste è affetta da Alzheimer. Si tratta di una malattia complessa e multifattoriale, di cui però la componente genetica è ormai un fatto assodato. In occasione della Giornata mondiale dell'Alzheimer (21 settembre), dal 21 al 25 settembre si potrà sostenere la ricerca nelle RSA Orpea del Nord Italia: qui a fronte di una donazione si potranno acquistare delle piantine di lavanda, il cui ricavato sarà interamente devoluto ad Airalzh (Associazione Italiana Ricerca Alzheimer). Mentre dal 6 al 19 ottobre torna l'iniziativa "Non ti scordar di me": per ogni erica calluna acquistata nei supermercati ed ipermercati Coop di tutta Italia verrà devoluto un contributo di 1 euro all'associazione.

Sebbene la comprensione della malattia continui a migliorare, al momento non esiste una cura. I farmaci disponibili mirano soprattutto a rallentare il declino cognitivo e ridurre alcuni disturbi comportamentali. Per comprendere meglio le origini della malattia, una delle principali sfide della ricerca è quella di caratterizzare meglio i suoi fattori di rischio identificando i processi fisiopatologici in gioco e, quindi, proporre nuovi bersagli terapeutici.

Due docenti di Neurologia dell’Università di Firenze, il professore Sandro Sorbi e la professoressa Benedetta Nacmias (rispettivamente Past President e Vice Presidente di Airalzh) sono stati coinvolti nello studio del genoma relativo al più grande gruppo di malati di Alzheimer analizzato finora. La ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista Nature Genetics, ha individuato 75 regioni del genoma associate alla patologia, 42 delle quali mai state implicate in precedenza nella malattia.

"Questo studio - spiega Sorbi, professore di Neurologia presso l’Università degli Studi di Firenze e Direttore Neurologia dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze - è un enorme passo in avanti per capire meglio i meccanismi cellulari e i processi patologici alla base della più comune forma di demenza. Era già noto che l'Alzheimer ha una forte componente genetica, ma le 42 nuove regioni scoperte aprono ulteriori strade per la ricerca terapeutica".

Se non si può intervenire sulla genetica - sostiene Airhalz - si può però intervenire sui fattori ambientali, gli stili di vita, e l'accesso ai servizi sanitari, tutti elementi che possono influenzare il potenziale di salute e di malattia di ciascun individuo. Per questo l'associazione con il Bando AGYR 2021 (Airalzh Grants for Young Researchers) ha voluto sostenere alcuni progetti di ricerca legati alla prevenzione della malattia di Alzheimer e agli stili di vita, due aspetti che possono fare la differenza.

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