UNA RICERCA ITALIANA

Il segreto per mantenere giovane il cervello? Essere felici

Una ricerca italiana ha dimostrato come la serotonina, la cosiddetta "molecola della felicità", sia in grado di preservare i circuiti neuronali sia durante lo sviluppo sia nella fase adulta

22 Giu 2017 - 16:11

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Per proteggere e mantenere giovane il cervello occorre "essere felici". E' quanto emerge da una ricerca dell'Università di Pisa, secondo cui la serotonina, un neurotrasmettitore conosciuto anche con il nome di "molecola della felicità", è essenziale per "preservare" i circuiti neuronali. Lo "scudo" contro la degenerazione dei neuroni è attivo sia durante lo sviluppo, periodo in cui il cervello possiede una spiccata plasticità, sia durante la fase adulta. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista eNeuro.

Il team guidato da Massimo Pasqualetti, docente del dipartimento di Biologia, in passato è stato il primo a scoprire il meccanismo con cui il cervello si sviluppa in assenza di serotonina. Per la loro ultima ricerca gli scienziati hanno utilizzato tecniche di genetica molecolare, riuscendo a "spegnere" la produzione della serotonina nel cervello di topi da laboratorio e a visualizzare selettivamente i neuroni serotoninergici e le loro fibre nervose.

"Questa scoperta - commenta Massimo Pasqualetti - dimostra per la prima volta che i neuroni serotoninergici possiedono, durante l'intero corso della vita, una straordinaria plasticità che li rende capaci di riadattare la propria struttura in risposta a cambiamenti del livello della serotonina cerebrale".

L'importanza della "felicità" - "Durante l'arco della nostra vita - spiga ancora il professore - fattori genetici, specifici trattamenti farmacologici oppure molteplici fattori ambientali come lo stress e l'alimentazione possono portare a uno sbilanciamento dei livelli di serotonina nel cervello".

Alla luce di queste nuove scoperte, gli studiosi ipotizzano che sia proprio lo stile di vita a modificare la struttura anatomica dei neuroni serotoninergici, interferendo con il loro normale funzionamento. I risultati contribuiscono inoltre a svelare come uno sbilanciamento dei livelli del neurotrasmettitore possa contribuire all'insorgenza di patologie neuropsichiatriche, come i disturbi dell'umore.

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