Lo studio - diretto da David Plans della University of Exeter, nel Regno Unito - ha coinvolto oltre 88mila individui di età media 61 anni: "Più ictus e infarti tra chi si addormentava prima o dopo questo range"
Non rinunciare al sonno © Istockphoto
Dormire fa bene, ma meglio farlo in una fascia oraria precisa: e cioè tra le 22 e le 23. Andare a letto in questo range, infatti, è un vero toccasana per il cuore ma se il sonno inizia o prima o dopo il rischio cardiovascolare sale. La raccomandazione arriva da uno studio appena pubblicato sull'European Heart Journal - Digital Health, rivista ufficiale della European Society of Cardiology (ESC).
Lo studio - diretto da David Plans della University of Exeter, nel Regno Unito - ha coinvolto oltre 88mila individui di età media 61 anni, le cui abitudini al sonno sono state monitorate per diversi giorni attraverso un accelerometro per misurarne l'attività e gli orari del risveglio e dell'addormentamento.
"I risultati dello studio - dice il dottor Plans - suggeriscono che andare a letto troppo presto o troppo tardi potrebbe destabilizzare l'orologio interno dell'organismo, con effetti avversi sulla salute cardiovascolare".
Gli esperti hanno tenuto il campione sotto osservazione per quasi sei anni in media registrando in 3172 individui problemi cardiovascolari di vario tipo (da infarto a ictus, insufficienza cardiaca, etc). Ebbene, è emerso che quelli che andavano a letto dopo le 23 presentavano un rischio cardiovascolare del 25% maggiore rispetto a chi si atteneva alla fascia consigliata; ma anche per chi andava a letto prima delle 22 il rischio aumentava del 24%.
"Il nostro studio indica che il momento migliore per andare a letto corrisponde a un tempo specifico nel nostro ciclo naturale sonno/veglia di 24 ore e che qualunque deviazione rispetto al ritmo circadiano potrebbe essere nociva per la salute. Il momento più rischioso è dopo la mezzanotte, probabilmente perché andare a letto così tardi riduce le chance di essere esposti alla luce del mattino che è importante per resettare il nostro orologio interno", ha concluso Plans.