3 VIAGGIATORI CONTAGIATI

Il virus Zika è arrivato in Gb: provoca malformazioni nei neonati

Nella primavera 2015 anche in Italia si sono registrati quattro casi: le persone infettate erano rientrate da viaggi in Brasile

24 Gen 2016 - 19:56

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E' arrivato anche in Gran Bretagna il virus Zika, che ha colpito 22 Paesi soprattutto in America Latina e che genera nei neonati gravi malformazioni come la microcefalia. Il servizio sanitario britannico ha annunciato sul suo sito che "dall'inizio di gennaio 2016 tre viaggiatori provenienti dalla Colombia, dal Suriname e dalla Guyana sono stati infettati". Per ora non esiste una cura per l'infezione.

Sui singoli casi non è stato fornito alcun dettaglio, ma si sottolinea che "Zika non si trova naturalmente nel Regno Unito e non si trasmette direttamente da persona a persona". Il virus viene diffuso dalla zanzara Aedes Aegypti, responsabile anche di dengue e chikungunya.

Nella primavera 2015 casi anche in Italia - Quattro casi di contagio da virus Zika si sono registrati in passato anche in Italia. Si tratta, spiega il direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani, Giuseppe Ippolito, "di 4 italiani che rientravano dal Brasile ed i casi si riferiscono alla primavera 2015. Tre pazienti sono stati trattati allo Spallanzani di Roma ed uno a Firenze. Attualmente, stanno bene".

Ecuador: "Pericolo per feti, aspettare per rimanere incinta" - Il ministro ecuadoriano alla Sanità pubblica, Margarita Guevara, ha confermato 17 casi di virus zika nel Paese spiegando che la malattia trasmessa dalle zanzara si sta diffondendo in tutta l'America Latina e nei Caraibi.

Guevara ha consigliato, come già avvenuto in Colombia ed El Salvador, alle donne di posticipare la decisione di una gravidanza, avvertendo che il virus potrebbe causare casi di microcefalia nei feti e rappresenta un rischio per le donne che intendono restare incinta prima almeno di agosto.

Ecuador: "Al lavoro per fermare virus" - Guevara ha però avvertito che l'Ecuador "sta controllando e lavorando" per fermare la diffusione del virus tra le donne in gravidanza istruendo ospedali e cliniche specializzate per effettuare esami con ultrasuoni dando priorità a casi sospetti.

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