Una ricerca pubblicata sulla rivista "Obesity" ha rivelato: "Entro cinque anni, si utilizzeranno i dati genetici per aiutare le persone a perdere peso"
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"Entro cinque anni, si utilizzeranno i dati genetici per sviluppare programmi personalizzati per perdere peso". Lo rivela una ricerca guidata da Molly Bray, genetista dell'università del Texas a Austin e pubblicata sulla rivista "Obesity". Passati in rassegna i fattori che determinano la perdita di peso e quelli alla base della tendenza a ingrassare si potrà elaborare la "dieta di precisione" sulla base del proprio Dna e con effetti a lungo termine.
Secondo Bray, partendo da un campione di saliva si otterrebbe la mappa del Dna. Combinando queste informazioni con altre relative a stili di vita e fattori ambientali, grazie a un algoritmo, si potranno realizzare diete di precisione e personalizzate.
"Siamo abbastanza bravi ad aiutare le persone a perdere peso nel breve termine - ha spiegato Bray - ma le statistiche sulla perdita di peso a lungo termine sono piuttosto tristi". Molte ricerche, secondo l'esperta, hanno dimostrato che l'indice di massa corporea della popolazione, per metà può essere attribuito a fattori genetici, mentre per il resto è dovuto a fattori ambientali, tra cui dieta ed esercizio fisico. A seconda dei geni, quindi, l'esercizio potrebbe essere meno efficace nel ridurre il peso per alcune persone rispetto ad altre.
E Molly Bray si spinge ancora più avanti. Per la genetista le conoscenze ottenute finora sui geni legati al peso, sui meccanismi alla base di alcuni comportamenti alimentari, sui processi legati alla formazione delle cellule del grasso e su come il metabolismo è alterato dall'obesità sono tali che "tutti questi dati possano già essere utilizzati in modo più efficace di quanto fatto finora per aiutare le persone a perdere peso".