LO STUDIO

Invecchiamento biologico, gli Omega-3 possono rallentarlo

Secondo una nuova ricerca svizzera, questi acidi grassi "buoni" sono ancora più efficaci se uniti a vitamina D ed esercizio fisico e la combinazione dei tre ha un impatto significativo sulla riduzione del rischio di cancro e sulla prevenzione della fragilità

05 Feb 2025 - 17:05
 © Istockphoto

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Consumare quotidianamente un grammo di Omega-3 può rallentare l'invecchiamento biologico: gli effetti sono ancora più evidenti se si aggiungono anche vitamina D ed esercizio fisico. Lo indica una ricerca condotta su oltre 700 ultrasettantenni seguiti per tre anni e pubblicata sulla rivista Nature Aging da un gruppo internazionale di studiosi guidato dall'Università di Zurigo

Cosa sono gli Omega-3 e dove si trovano

 Gli Omega-3 sono gli acidi grassi "buoni": visto che non riusciamo a produrli da soli, dobbiamo introdurli con la dieta. Essi sono contenuti in alimenti come il pesce azzurro (come lo sgombro e le aringhe), in altri pesci (come il salmone e i molluschi), la frutta secca (come le noci) e i semi di girasole.  

La ricerca

 I partecipanti allo studio, tutti in buone condizioni di salute, sono stati divisi in otto gruppi per valutare gli effetti di diverse tipologie di intervento: l'assunzione quotidiana di 2.000 unità internazionali (UI) di vitamina D, il consumo di un grammo di Omega-3 al giorno e mezz'ora di esercizi fisici da fare a casa tre volte alla settimana. Gli anziani sono stati monitorati per tre anni con regolari prelievi di sangue per valutare il "ticchettio" di quattro diversi orologi biologici che segnano l'invecchiamento dell'organismo.

Dai risultati è emerso che il consumo di Omega-3 ha rallentato moderatamente l'invecchiamento biologico frenando tre orologi su quattro con un guadagno di circa quattro mesi sui tre anni dello studio. Questo effetto è risultato indipendente dal sesso, dall'età o dall'indice di massa corporea della persona. Si è inoltre scoperto che la combinazione di Omega-3, vitamina D ed esercizio fisico funziona ancora meglio, con un impatto significativo sulla riduzione del rischio di cancro e sulla prevenzione della fragilità.

Questi risultati vanno considerati con cautela, innanzitutto perché i partecipanti arruolati nello studio avevano condizioni di salute migliori della media dei loro coetanei, e poi perché gli effetti dell'integrazione di Omega-3 sono stati valutati su un campione abbastanza limitato (98 partecipanti hanno ricevuto Omega-3 e 95 hanno ricevuto un placebo). Inoltre gli stessi ricercatori sottolineano come ancora non esista una misura standardizzata dell'invecchiamento e gli orologi biologici usati nello studio sono stati scelti perché sono tra i più convalidati attualmente disponibili. 

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