Uno studio americano ha evidenziato i benefici nel prendersi cura dei cavalli: incentiva l'attività fisica e migliora il comportamento
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Prendersi cura dei cavalli, dar loro da mangiare e camminarci insieme fa bene ai malati di Alzheimer. Secondo uno studio dell'Università dell'Ohio, pubblicato sulla rivista Anthrozoos, l'ippoterapia favorisce il buon umore, incentiva l'attività fisica e migliora il comportamento. Oltre alla perdita di memoria, gli individui che soffrono di questo morbo, spesso subiscono cambiamenti di personalità: possono diventare depressi, chiusi e aggressivi.
L'ippoterapia è un trattamento utilizzato per bambini e ragazzi che hanno disturbi emotivi e di sviluppo. Lo studio mostra che questo tipo di terapia potrebbe funzionare anche per gli adulti.
Un ricercatore: "Effetti positivi sull'umore dei pazienti" - Abbiamo voluto verificare se le persone affette da demenza possono avere interazioni positive con i cavalli e abbiamo scoperto che è possibile - ha spiegato il professore Dabelko - Schoeny - L'esperienza ha avuto subito effetti positivi sul loro umore e abbiamo rilevato una connessione con un minor numero di episodi di comportamento negativo".
Uno studio effettuato su 8 pazienti - Per la ricerca, otto pazienti malati di Alzheimer hanno visitato il Field of Dreams Equine Education Center di Blacklick , Ohio, una volta a settimana per un mese ( per un totale di quattro visite ), mentre altri otto pazienti malati sono rimasti al centro anziani e si sono concentrati su altre attività.
"Mia madre ha ricordato quanto fatto in fattoria" - I ricercatori hanno notato che i pazienti hanno apprezzato molto il tempo trascorso ad accudire i cavalli: sorridevano, ridevano e parlavano agli animali. Anche i pazienti tipicamente schivi e chiusi in se stessi si sono impegnati in questa attività. I familiari hanno riferito che i loro cari sono rimasti colpiti da questa esperienza. Un figlio ha riferito agli studiosi che sua madre "non avrebbe mai ricordato ciò che ha fatto al centro durante il giorno, ma ha sempre ricordato quello che ha fatto alla fattoria".
Un'altra scoperta sorprendente è che la terapia ha stimolato l'attività fisica, soprattutto in quei pazienti con problemi motori.