UNA RICERCA SVEDESE

La "bionda" amica delle donne: bere birra aiuta a proteggere il cuore dall'infarto

Secondo una ricerca svedese il rischio di attacchi cardiaci viene ridotto del 30% rispetto alle bevitrici "forti" o a chi non consuma neanche una pinta

29 Set 2015 - 11:57
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Chi beve birra campa cent'anni, recitava un celebre slogan pubblicitario degli anni 30. Una verità che sembra essere confermata, per quanto riguarda le donne, da una ricerca dell'università svedese di Gothenburg: bere una o due birre a settimana riduce del 30% il rischio di infarto. Lo studio, pubblicato sulla rivista Scandinavian Journal of Primary Health Care, è stato condotto su un campione di 1.500 donne.

La "bionda" amica delle donne: bere birra aiuta a proteggere il cuore dall'infarto

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Bere sì, ma con moderazione - La prima raccomandazione dei ricercatori è, ovviamente, quella di bere con moderazione. Lo studio, pianificato per durare mezzo secolo, ha finora analizzato i dati raccolti nei primi 32 anni, dal 1968 al 2000. Le donne selezionate sono state invitate a rispondere a un questionario relativo alla frequenza del consumo di birra, vino o liquori e a vari sintomi fisici. Dai risultati è emerso che 185 donne hanno avuto un infarto, 162 un ictus, 160 hanno sviluppato il diabete e 345 un cancro.

Alcol e malattie - L'obiettivo dei ricercatori era quello di capire in che modo le diverse quantità di alcol ingerite influiscono su una serie di patologie: infarto, ictus, diabete e cancro. I risultati hanno mostrato una connessione statisticamente significativa tra un elevato consumo di alcolici e un rischio di quasi il 50% più alto di morte per cancro rispetto ai bevitori meno assidui. Al tempo stesso, però, le donne che bevono birra in modo moderato sarebbero più protette dal rischio di attacchi cardiaci rispetto alle bevitrici "forti" o a chi non consuma neanche una pinta.

"Precedenti ricerche suggerivano che l'alcol in quantità moderata può avere un effetto protettivo", spiega Dominique Hange, coautore dello studio. "I nostri risultati tengono conto - aggiunge - di altri fattori di rischio cardiovascolare, ma allo stesso tempo non possiamo confermare che il consumo moderato di vino abbia lo stesso effetto".

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