Uno dei primi studi sul rapporto tra Dna e disturbi ossessivi compulsivi
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C'è chi fa le cose tre volte, chi è fissato con la simmetria e l'ordine, chi accumula oggetti insignificanti perché "prima o poi potrebbero servire". Rituali e manie con un unico nome, disturbo ossessivo compulsivo, e una base scritta nel Dna. A scoprire un gene correlato con la patologia psichiatrica è stato uno studio condotto dalla Johns Hopkins University di Baltimora e pubblicato su Molecular Psychiatry.
Riti per sfuggire all'angoscia - Il disturbo ossessivo-compulsivo, trattato con gli stessi farmaci di ansia e depressione, è una malattia psichiatrica molto complessa caratterizzata da pensieri intrusivi e ricorrenti che portano poi a compiere dei gesti abituali - come lavarsi le mani - per sfuggire a tensione e angoscia procurate da quelle idee incontrollate.
La chiave nel Dna - Mentre per altre malattie mentali si è fatta in passato molta indagine genetica, per questo disturbo poco si sa di eventuali basi genetiche ed ereditarie. Gli esperti statunitensi hanno condotto un'analisi a tappeto di tutto il genoma di 1.400 individui col disturbo ossessivo compulsivo e mille parenti stretti sani di questi pazienti.
In questo modo, i ricercatori hanno evidenziato le mutazioni genetiche comuni nei pazienti ma assenti nei soggetti sani, intorno al gene chiamato PTPRD, che già in passati studi è stato collegato al deficit di attenzione e iperattività. La ricerca sui geni di manie e ossessioni è ancora in fase embrionale, concludono gli autori, ma potrebbe in futuro rivelarsi utile, anche per trovare nuovi approcci terapeutici per i pazienti.