Sanità, il decreto per ridurre le liste d'attesa
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Il monitoraggio "La salute non può attendere" fotografa la situazione delle strutture sanitarie. Anche 600 giorni per visite specialistiche in varie Regioni italiane dalla Liguria alla Sicilia
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Settecentotrentacinque giorni di attesa per un'ecodoppler cardiaca a Magenta, 677 giorni per una prima visita oculistica a Legnano, 645 giorni per una colonscopia a Chiavari: sono alcuni dei numeri del monitoraggio "La salute non può attendere", realizzato da Federconsumatori con la Fondazione Isscon e il contributo dell’Area stato sociale e diritti della Cgil. L'analisi si basa sui dati del 2023 e dei primi 4 mesi del 2024 e rileva tempi lunghissimi per ottenere una prestazione sanitaria in quasi tutta Italia. Altro elemento che emerge dallo studio: dal Sud si va al Nord per cercare servizi migliori.
Il record d'attesa più lunga è della Lombardia con 735 giorni di attesa per un’ecodoppler cardiaca all’Ospedale di Magenta. Ma un po' in tutto il Paese la situazione non è delle migliori. Per una prima visita a Gemona (Udine) servono 523 giorni. Alla Asl 4 di Chiavari in Liguria si aspettano 356 giorni per una visita programmata dermatologica. E se serve una visita endocrinologica in classe B a Messina bisogna aspettare 612 giorni. Sono 611 invece per una gastroenterologica alla Asl di Asti.
Toscana, Emilia Romagna e Umbria mostrano invece un miglioramento con la riduzione dei tempi d'attesa nei primi 4 mesi del 2024 rispetto al 2023 rispettivamente dell'8,22%, dello 0,02% e dello 0,66%. Peggiorano invece il Lazio con un calo del 14,61%, la Puglia (-1,64%) e il Veneto (-1,45%). Un problema di alcune regioni come Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia e Sicilia è che non hanno alcun tipo di monitoraggio aggregato o dati solo parziali e incompleti.
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Al Corriere della Sera Mimma Iannello, responsabile area welfare di Federconsumatori e autrice del monitoraggio, segnala una fotografia drammatica che racconta di "una sanità in grave affanno da Nord a Sud" con forti disuguaglianze tra Regioni, ritardi e disservizi e una spesa per la sanità privata, che per chi può diventa scelta obbligata arrivata a 41 miliardi di euro, e per altri - circa 4 milioni di persone - invece si trasforma in rinuncia alle cure.
I dati del monitoraggio "La salute può attendere" sono stati raccolti grazie alla collaborazione delle strutture regionali di Federconsumatori impegnate nelle rilevazioni nei territori di appartenenza. Si fotografano i tempi massimi di attesa registrati nelle Regioni e P.A. di Trento e Bolzano, nelle 41 aziende sanitarie locali di aree metropolitane e periferiche alle grandi città, e in 13 aziende ospedaliere. Monitorate il 52% del totale delle prestazioni (86) oggetto del monitoraggio previsto dal PNGLA (Piano nazionale governo liste attesa), inclusi i ricoveri nelle poche aziende dove risultano accessibili i dati.