L'analisi di Federconsumatori

Liste d'attesa, record di 735 giorni per un'ecodoppler in Lombardia

Il monitoraggio "La salute non può attendere" fotografa la situazione delle strutture sanitarie. Anche 600 giorni per visite specialistiche in varie Regioni italiane dalla Liguria alla Sicilia

06 Giu 2024 - 12:09
 © ansa

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Settecentotrentacinque giorni di attesa per un'ecodoppler cardiaca a Magenta, 677 giorni per una prima visita oculistica a Legnano, 645 giorni per una colonscopia a Chiavari: sono alcuni dei numeri del monitoraggio "La salute non può attendere", realizzato da Federconsumatori con la Fondazione Isscon e il contributo dell’Area stato sociale e diritti della Cgil. L'analisi si basa sui dati del 2023 e dei primi 4 mesi del 2024 e rileva tempi lunghissimi per ottenere una prestazione sanitaria in quasi tutta Italia. Altro elemento che emerge dallo studio: dal Sud si va al Nord per cercare servizi migliori.

I dati sui tempi d'attesa

 Il record d'attesa più lunga è della Lombardia con 735 giorni di attesa per un’ecodoppler cardiaca all’Ospedale di Magenta. Ma un po' in tutto il Paese la situazione non è delle migliori. Per una prima visita a Gemona (Udine) servono 523 giorni. Alla Asl 4 di Chiavari in Liguria si aspettano 356 giorni per una visita programmata dermatologica. E se serve una visita endocrinologica in classe B a Messina bisogna aspettare 612 giorni. Sono 611 invece per  una gastroenterologica alla Asl di Asti. 

Chi migliora e chi peggiora

 Toscana, Emilia Romagna e Umbria mostrano invece un miglioramento con la riduzione dei tempi d'attesa nei primi 4 mesi del 2024 rispetto al 2023 rispettivamente dell'8,22%, dello 0,02% e dello 0,66%. Peggiorano invece il Lazio con un calo del 14,61%, la Puglia (-1,64%) e il Veneto (-1,45%). Un problema di alcune regioni come Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia e Sicilia è che non hanno alcun tipo di monitoraggio aggregato o dati solo parziali e incompleti. 

Sanità, il decreto per ridurre le liste d'attesa

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© Withub

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Al Corriere della Sera Mimma Iannello, responsabile area welfare di Federconsumatori e autrice del monitoraggio, segnala una fotografia drammatica che racconta di "una sanità in grave affanno da Nord a Sud" con forti disuguaglianze tra Regioni, ritardi e disservizi e una spesa per la sanità privata, che per chi può diventa scelta obbligata arrivata a 41 miliardi di euro, e per altri - circa 4 milioni di persone - invece si trasforma in rinuncia alle cure.

Il report

 I dati del monitoraggio "La salute può attendere" sono stati raccolti grazie alla collaborazione delle strutture regionali di Federconsumatori impegnate nelle rilevazioni nei territori di appartenenza. Si fotografano i tempi massimi di attesa registrati nelle Regioni e P.A. di Trento e Bolzano, nelle 41 aziende sanitarie locali di aree metropolitane e periferiche alle grandi città, e in 13 aziende ospedaliere. Monitorate il 52% del totale delle prestazioni (86) oggetto del monitoraggio previsto dal PNGLA (Piano nazionale governo liste attesa), inclusi i ricoveri nelle poche aziende dove risultano accessibili i dati.

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