Dal fumo al colesterolo alto

Longevità, i cinque rischi da evitare per vivere più a lungo

Ben 14,5 anni di vita in più per gli uomini e 11,8 anni in più per le donne. Aumenta anche il tempo senza la comparsa di malattie cardiovascolari

09 Apr 2025 - 12:20
anziani, longevità © Ufficio stampa

anziani, longevità © Ufficio stampa

Come comportarsi per favorire la longevità? Non fumare, mantenere la pressione del sangue sotto controllo e livelli di colesterolo nella norma, evitare il diabete e conservare un peso corporeo adeguato: ecco i cinque "trucchi" che possono tradursi in molti anni di vita in più e, soprattutto, al riparo dalle malattie cardiovascolari.

Le donne cinquantenni senza i cinque principali fattori di rischio vivono in media 13,3 anni in più senza malattie cardiovascolari e muoiono 11,8 anni più tardi rispetto a coetanee con tutti i fattori presenti. Negli uomini, la differenza è ancora più marcata: 10,6 anni in più senza malattie e 14,5 anni di vita guadagnati. È emerso da uno studio coordinato dal Global Cardiovascular Risk Consortium, pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine e presentato al congresso dell'American College of Cardiology. 

I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre due milioni di persone, provenienti da 39 paesi, anche i partecipanti allo studio Moli-sani, seguito dall'IRCCS Neuromed. "Abbiamo voluto quantificare l'impatto del controllo dei fattori di rischio sulla durata della vita, non solo in termini di anni totali, ma anche di anni vissuti senza malattie cardiovascolari. È emerso che i benefici sono rilevanti, e che è possibile intervenire a ogni età: anche chi inizia più tardi a prendersi cura della propria salute può ottenere vantaggi misurabili", spiega Licia Iacoviello, Università LUM di Casamassima (Bari) e responsabile dell'Unità di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed.
"La prevenzione non è un concetto astratto, è semplice e non richiede interventi complessi: può essere misurata, applicata su larga scala, e può portare risultati concreti per milioni di persone. Conoscere l'impatto dei singoli fattori aiuta anche a orientare le politiche sanitarie e gli interventi mirati", commenta Giovanni de Gaetano, presidente del Neuromed.

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