"NON E' UNA SCORCIATOIA"

Marina Biglia: "L'obesità è una malattia, la chirurgia salva la vita"

La presidente dell'associazione Amici Obesi difende il ricorso al bisturi per superare la patologia: "I tanti guariti non fanno notizia"

26 Giu 2014 - 13:13
 © tgcom24

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Non è un capriccio per superare la prova costume. E neppure una scorciatoia per dimagrire senza troppi sforzi. La chirurgia bariatrica, ramo che si occupa degli interventi su persone obese, è spesso l'unica via d'uscita per sconfiggere una malattia che, in Italia, affligge sei milioni di persone. Ne è convinta Marina Biglia, ex malata e presidente dell'associazione Amici obesi.

Era arrivata a pesare 136 chilogrammi. Oggi, grazie sì a una grande forza di volontà ma anche alla chirurgia, è una donna in forma che si batte perché le persone obese possano trovare il coraggio di farsi aiutare e guarire.

A Vigevano una donna affetta da obesità è morta in seguito a un intervento di Sleeve Gastrectomy Laparoscopica. Si poteva evitare?
Tutti gli interventi chirurgici su persone obese, a partire dalla tonsillectomia, sono pericolosi. Questo perché l'obesità porta con sé altre patologie, come ipertensione e diabete, che rendono rischiosa anche l'anestesia. Gli obesi sono soggetti a rischio.

Se i rischi sono così grandi, perché ricorrere al bisturi?
Perché nei casi di obesità dal secondo livello in su è spesso l'unica via d'uscita. L'intervento chirurgico salva la vita. Ma, come si dice, fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce: non fanno notizia i 7mila interventi di chirurgia bariatrica che si effettuano con successo in Italia ogni anno.

Non bastano dieta e attività fisica?
Quando si arriva a pesare 40-50 chilogrammi più del proprio peso ideale, è difficilissimo guarire senza seguire un percorso lungo e non facile che, a un certo punto, prevede la sala operatoria. La dieta non basta e l'attività fisica è a volte fuori portata. E di certo non servono a nulla le pillole magiche che ci offrono promettendo fisici perfetti.

Quali sono i punti principali di questo percorso verso la guarigione?
Per prima cosa bisogna dire chiaramente che l'obesità è una malattia vera. Non è un problema di vizi. Il primo passo è quindi convincersi di essere malati. Ricordo quando mi guardavo allo specchio: non vedevo una donna obesa di 136 chilogrammi. Pensavo solo di avere addosso qualche chilo in più, di essere sovrappeso. Continuavo a comprare vestiti di taglie che non indossavo più da tempo e, quando tornavo a casa, non mi entrava neppure una gamba.

Poi si passa all'intervento chirurgico?
No. Il percorso, come detto, è lungo. Credo sia fondamentale l'auto-aiuto. L'associazione Amici obesi ha un forum online in cui si può conoscere altri malati, confrontarsi, non sentirsi più soli. Io mi sono salvata grazie al confronto con altre persone. Ho capito che il mio era un problema diffuso e che potevo combatterlo. E' allora che ci si deve rivolgere a un centro specializzato. In Italia ce ne sono molti e tanti sono di altissimo livello. Dall'incontro con medici, nutrizionisti e psicologi emerge un percorso di cura. In alcuni casi, se si ritiene necessario, si decide di procedere con l'intervento chirurgico.

Con l'operazione si guarisce?
L'intervento è solo un passo del percorso, non certo la sua conclusione. E' un aiuto fondamentale, garantisce meno appetito, ma dopo un anno gli effetti svaniscono se il paziente non riesce a portare avanti un'alimentazione normale. Diffidate delle persone sovrappeso che dicono "a me fa ingrassare anche l'aria". Mentono. Io ricordo bene quanto mangiavo...

Le persone obese si operano per ragioni estetiche?
Prima del problema estetico, che ha comunque un peso, ci sono il problema salute e il problema psicologico. Mentre l'anoressia fa pietà, l'obesità fa schifo alla gente. Basta guardarsi in giro in metropolitana... L'obesità porta altre patologie, anche gravi al punto da costare la vita. E crea notevoli problemi psicologici. L'obeso viene continuamente deriso e umiliato. E' mortificante. E quando ride di sé, quando dice "io che sono un elefante...", di fatto si fa del male, si trafigge il cuore da solo. Solo dopo tutto questo c'è la questione estetica. Rilevante, sì, ma non certo al primo posto. Non ci facciamo operare, rischiando la vita, per poter mettere il bikini. La chirurgia bariatrica è una cura. Non stiamo parlando della liposuzione, intervento estetico che al più toglie qualche chilo senza di certo guarire il paziente.

Come ridurre al minimo i rischi?
Noi consigliamo sempre di rivolgersi a istituti davvero specializzati che, ogni anno, eseguono mille operazioni. Centri d'eccellenza con una sala di rianimazione.

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