L’European Journal of Clinical Investigation lo aveva indicato tra i sei specialisti più influenti del mondo
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Si è spento all'età di 91 anni, Alberto Zanchetti, uno dei più grandi medici e scienziati dell'ultimo secolo. Era ricoverato da alcune settimane presso l'Istituto Auxologico italiano di cui era stato direttore scientifico dal 1985 fino a pochi giorni fa. L’European Journal of Clinical Investigation lo aveva indicato tra i sei scienziati italiani più influenti al mondo.
L'amore per la ricerca medica Nato a Parma il 27 luglio 1926, si laurea in medicina presso l'Università parmense. Ha l'opportunità di lavorare sotto due grandi nomi della storia della medicina: Giuseppe Moruzzi prima e Cesare Bartorelli poi. Per la sua inarrestabile evoluzione professionale sceglie, come città e come dimora, Milano dove insegna come professore ordinario Semeiotica medica, Patologia medica e Clinica medica. Dirige poi l'Istituto di Clinica medica dal 1981 al 2001, il Centro di fisiologia clinica e ipertensione (1982-2001), e la II Scuola di specializzazione in cardiologia (1984-2000) e molto altro.
Poliglotta e rappresentante della scienza medica all’estero, in particolare in America Latina, ottiene incarichi e riconoscimenti in tutto il mondo. Tra gli altri, diventa Fellow della Rockefeller Foundation alla University of Oregon School of Medicine (USA), editor-in-chief del Journal of Hypertension di Londra. Membro di numerose società scientifiche nazionali ed internazionali, diventa anche presidente della International Society of Hypertension, della European Society of Hypertension, della Società italiana dell'ipertensione arteriosa, della European Society for Clinical Investigation, dello Working Group on Hypertension and the Heart della European Society of Cardiology.
"L'uomo, lo scienziato, l'amico" Ricordato da tutti come straordinario esempio di coerenza, dedizione al lavoro, passione nella clinica e nella ricerca medica, oltre che rettitudine umana, Alberto Zanchetti si è sempre astenuto da quegli atteggiamenti narcisistici o di protagonismo oggi tanto diffusi. La sua missione era l’avanzamento della scienza medica, e tutti, nel mondo, gli sono stati riconoscenti. La Facultat de Medicina i Ciències de la Salut Campus Clínic di Barcellona gli dedicò una conferenza internazionale intitolata “Alberto Zanchetti the man, the scientist, the friend". Anche Gianfranco Parati, ordinario di medicina cardiovascolare all’Università di Milano-Bicocca e primario di cardiologia all’Auxologico, lo ricorda così: "Il prof. Zanchetti è stato un grande maestro, una guida preziosa. Non solo nello sviluppo di un elevato rigore scientifico, ma anche nella conquista di un profondo senso clinico per moltissimi giovani medici, e in particolare per i suoi collaboratori più stretti che hanno avuto il privilegio di essergli stati vicini lavorando al suo fianco per molti anni (nel mio caso per ben 44 anni)".