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Vene varicose, il medico consiglia ... quando fare l’intervento?

A Tgcom24 la consulenza del dottor Giorgio Ovidio Bitossi, responsabile di Chirurgia vascolare di Humanitas Cellini di Torino

19 Feb 2024 - 10:06
 © Ufficio stampa

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Le vene varicose sono una patologia molto diffusa. Ma cosa sono esattamente e perché compaiono, quando dovremmo rivolgerci al medico e quando è necessario effettuare l'operazione: ecco tutto quello che c'è da sapere. 

Le vene varicose, chiamate anche varici, sono spesso considerate un problema estetico delle gambe. Si tratta invece di un disturbo molto comune per le donne, ma che non risparmia neppure gli uomini. Quando compaiono, le vene delle gambe si vedono tortuose e ingrossate. Ne parliamo con il dottor Giorgio Ovidio Bitossi, responsabile di Chirurgia vascolare di Humanitas Cellini di Torino. 

Le vene varicose sono dilatazioni delle vene superficiali delle gambe tra cui può essere interessata anche la famosa safena. Le dilatazioni si presentano come rigonfiamenti tortuosi, visibili e duri al tatto, di colore verdastro-bluastro, e sono causate dal ristagno di sangue nelle vene prevalentemente a livello delle gambe. Quando il ritorno venoso dalle gambe al cuore è difficoltoso per colpa delle varici, il sangue venoso non riesce a risalire correttamente per ossigenarsi e si accumula nelle vene della gamba. Questo determina lo sfiancamento ulteriore delle pareti delle vene che si dilatano in modo permanente e irreversibile e determina altresì il conseguente innalzamento della pressione venosa distrettuale nei tessuti dell’arto inferiore. Il sangue che si accumula nelle vene patologiche provoca la fuoriuscita di parte dell'emoglobina e del ferro, provocando una colorazione più scura dei tessuti della gamba, arrossamento della pelle, dolore e prurito.

La presenza di varici non è solo un inestetismo, ma una patologia venosa degli arti inferiori che va trattata senza attendere troppo a lungo prima di andare dal medico. Una delle complicanze più frequenti delle vene varicose non curate, infatti, è la tromboflebite, ovvero una trombosi delle vene superficiali che si occludono per la formazione di coaguli di sangue dovuti alla difficoltà della circolazione venosa. Si tratta di un evento non raro, specie nella popolazione anziana, che guarisce con difficoltà, rendendo necessaria l’esecuzione di terapie per ridurre il rischio di avere problemi più seri.

Quando le vene delle gambe e delle caviglie iniziano a vedersi esternamente, le gambe e le vene possono gonfiarsi, specie con il caldo o quando si sta in piedi, ed è quindi opportuno rivolgersi allo specialista per una diagnosi che si esegue con una valutazione clinica coadiuvata dall’esame ecocolordoppler degli arti inferiori. A seguito di questo percorso medico-diagnostico è quindi possibile valutare quale approccio sia migliore ed eventualmente necessario per il paziente e quindi proporre un trattamento farmacologico, la semplice osservazione del problema o l’intervento endovascolare per risolvere le varici e la cattiva circolazione al fine di ristabilire il corretto ritorno venoso del sangue.

Quando il chirurgo vascolare, sulla base degli esami e della valutazione clinica consiglia l’intervento chirurgico, è bene non lasciar passare troppo tempo. Infatti può contribuire a “far ammalare” anche i distretti venosi sani, che devono compensare la circolazione venosa difficoltosa nei rami venosi coinvolti dalle varici. Più a lungo permane la condizione di ristagno di sangue nelle vene, maggiore è il rischio che la malattia progredisca e determini conseguenze serie per la salute. 

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