Lo studio

Sempre più microplastiche nel cervello umano, fino allo 0,5% del peso

Analizzati i crani di persone decedute nel 2016 e nel 2024, per i ricercatori i polimeri sono ormai in tutti gli organi e non si può più ignorare il problema

26 Ago 2024 - 14:40
 © Ufficio stampa

© Ufficio stampa

Un nuovo studio ha rivelato che ci sono molte più microplastiche nel cervello umano rispetto a otto anni fa. "Le concentrazioni che abbiamo osservato nel tessuto cerebrale di individui normali, che avevano un'età media di circa 45 o 50 anni, erano di 4.800 microgrammi per grammo, o lo 0,5% in peso", ha affermato l'autore principale dello studio Matthew Campen, professore dell'Università del New Mexico ad Albuquerque. 

Che effetti hanno le microplastiche nel cervello?

  Non è ancora chiaro quali possano essere i danni cerebrali delle microparticelle. La professoressa associata alla Rutgers University di Piscataway, nel New Jersey, Phoebe Stapleton (non coinvolta nello studio) ha affermato che non si sa se le microplastiche "entrino ed escano dal cervello, o se si raccolgano nei tessuti neurologici e promuovano una malattia". “Sono necessarie ulteriori ricerche per capire come le particelle potrebbero interagire con le cellule e se ciò abbia una conseguenza tossicologica”, ha aggiunto. Secondo la prestampa, i campioni di cervello contenevano da 7 a 30 volte più frammenti di plastica rispetto ai campioni prelevati dai reni e dal fegato dei cadaveri. Alcuni studi sostengono la possibilità di una correlazione con malattie cardiovascolari, infertilità o altre patologie, ma per avere la certezza sulla relazione servono indagini sul lungo periodo.

Lo studio

  Un dato allarmante della ricerca, non ancora sottoposta a revisione paritaria, risiede nel fatto che gli esami condotti sugli encefali di persone decedute nel 2024 presentano concentrazioni più elevate di nanoplastiche rispetto a quelle evidenziate in campioni di tessuto cerebrale del 2016. Campen ha lavorato su 92 differenti campioni. "C'è molta più plastica nel nostro cervello di quanta potessi immaginare o di quanto mi sarei mai sentito a mio agio ad accettare", ha detto. "Rispetto ai campioni cerebrali dell'autopsia del 2016, è circa il 50% in più", ha spiegato aggiungendo che "ciò significherebbe che il nostro cervello oggi è composto per il 99,5% da tessuto cerebrale e il resto è plastica”.

Come si è svolta la ricerca

 Per lo studio, i ricercatori hanno esaminato i tessuti cerebrali, renali ed epatici di 92 persone sottoposte ad autopsia forense per verificare la causa della morte sia nel 2016 che nel 2024. Campioni di tessuto cerebrale sono stati raccolti dalla corteccia frontale, l’area del cervello associata al pensiero e al ragionamento, zona che è maggiormente colpita dalla demenza frontotemporale (FTD) e dagli stadi successivi della malattia di Alzheimer. "Sulla base delle nostre osservazioni, pensiamo che il cervello stia attirando le nanostrutture più piccole, da 100 a 200 nanometri di lunghezza, mentre alcune delle particelle più grandi, da un micrometro a cinque micrometri, finiscono nel fegato e nei reni", ha detto Campen.

Come sono fatte le microplastiche

 Le microplastiche sono frammenti che possono variare da meno di 5 millimetri a 1 nanometro. Secondo gli esperti, le nanoplastiche sono le materie plastiche più preoccupanti per la salute umana perché i minuscoli frammenti possono insediarsi all’interno delle singole cellule. "La plastica ama i grassi, o lipidi, quindi una teoria è che si stia facendo strada nel corpo umano attraverso i grassi che mangiamo, che vengono poi consegnati agli organi che apprezzano di più i lipidi: il cervello è il primo tra questi", ha detto Campen. Il cervello umano è composto per circa il 60% di grasso, molto più di qualsiasi altro organo. Gli acidi grassi essenziali, come gli omega 3, sono fondamentali per la forza e le prestazioni delle cellule cerebrali. Poiché il corpo umano non è in grado di produrre da solo gli acidi grassi essenziali, questi devono provenire dal cibo o dagli integratori. La dieta sarebbe quindi una delle principali via di esposizione alle micro e nanoplastiche oltre all'inalazione delle particelle nell'aria. 

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri