L'ente per l'ambiente statunitense (Epa) ha realizzato fegati, reni e cuori su chip con cellule umane per verificare l'azione di agenti contaminanti sul metabolismo
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Fegati, reni, cuori, polmoni ma anche arti in sviluppo e membrane fetali. L'ente per l'ambiente statunitense (Epa) ha messo a punto un vero e proprio arsenale di "organi in miniatura" sintetici realizzati dagli scienziati direttamente su chip con cellule umane. Un progetto da 18 milioni di dollari che intende verificare gli effetti delle sostanze inquinanti sul metabolismo umano o come agiscono virus e batteri per studiare adeguate contromisure.
Fegati e polmoni in miniatura - Come rivelato dalla rivista Scientific American, l'obiettivo dell'Epa è quello di connettere un "fegato in un chip" con mini-organi che simulano le membrane fetali, le ghiandole mammarie e gli arti in sviluppo per capire come i contaminanti sintetici, tra cui la diossina o il bisfenolo, possono alterare il metabolismo. Il dipartimento della Difesa, dal canto suo, sta sperimentando dei "mini polmoni" per capire il comportamento di agenti usati nel bioterrorismo come l'antrace, mentre alcune università vogliono usare i mini organi per verificare come agiscono virus e batteri e studiare le contromisure.
Un intero corpo umano in un chip - "I ricercatori hanno già sviluppato dozzine di modelli individuali di organi" ha spiegato Kristin Fabre, del National Center for Advancing Translational Sciences (NCATS". La prossima sfida sarà quella di "unirli insieme" con l'obiettivo eventuale di "formare un intero corpo umano in un chip per studiare meglio tutta la fisiologia. Un compito difficile, ma entro cinque anni ci saranno i primi prototipi".