In calo anche la copertura per parotite e rosolia. Un'indagine della Sip rivela che 7 adolescenti su 10 giudicano "importante" la vaccinazione
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Sono oltre 358mila i bambini che non sono stati vaccinati contro morbillo, parotite e rosolia negli ultimi cinque anni. A rivelarlo è la Società italiana di pediatria (Sip) che, in occasione degli Stati Generali della Pediatria, lancia anche l'allarme sulle "troppe disparità regionali nell'offerta vaccinale". Un'indagine presentata alla Camera, inoltre, rivela che sette adolescenti su dieci ritengono che vaccinarsi sia importante e che tutti dovrebbero farlo.
"Perso" un Comune grande quanto Firenze - La situazione è allarmante, secondo i pediatri: "E' come se un intero Comune italiano, grande come Firenze, avesse smesso di fare le vaccinazioni". Si tratta di una tendenza negativa che si è accentuata negli ultimi due anni, con 139.747 bambini non vaccinati. Anche le vaccinazioni obbligatorie per legge hanno registrato una flessione. Gli esperti hanno tuttavia approvato il nuovo Piano nazionale vaccini, definendolo "una prima risposta" al problema.
Al limite della soglia di sicurezza - Sempre negli ultimi due anni, la riduzione delle coperture vaccinali ha riguardato 147.456 bambini non immunizzati con un ciclo completo di esavalente (che comprende polio, difterite, epatite B, tetano, pertosse, Hemophilus influenzae). Per usare lo stesso paragone, è come aver "perso" una fetta di popolazione grande come il comune di Rimini. Sulla base di questi dati, rilevano gli esperti, il nostro Paese si colloca "al limite della soglia di sicurezza".
La situazione regionale - Attualmente, sottolinea la Sip, ciascuna Regione fa infatti riferimento al proprio calendario vaccinale: "L'adozione del Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2016- 2018, già approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, ed al momento al vaglio del Ministero dell'Economia, consentirebbe di ridurre inaccettabili disparità che colpiscono il diritto alla salute dei bambini italiani", afferma il Presidente della Sip, Giovanni Corsello.
Vaccini importanti per il 70% dei ragazzi, ma... - L'indagine "Abitudini e stili di vita degli adolescenti" ha rivelato che la maggioranza dei teenager italiani ha un'opinione positiva sulle vaccinazioni, ma non conosce bene la propria storia vaccinale. Durante il talk show A scuola di vaccini organizzato alla Camera, una platea di adolescenti tra i 13 e i 16 anni ha interrogato pediatri e infettivologi sui falsi miti sui vaccini.
Alla domanda "A cosa servono i vaccini?", la maggioranza del campione risponde correttamente: il 71,5% dice "a non far venire le malattie" e soltanto il 2% li ritiene inutili. Altrettanto esigua è la percentuale di chi li ritiene pericolosi, mentre il 7,5% non sa, o non ne ha mai parlato con un adulto. Tuttavia la maggioranza del campione non sa quali vaccinazioni ha fatto. Ma se da un lato è comprensibile che la maggioranza dei ragazzi non abbia memoria di vaccini fatti da neonati, colpisce che il 40% non sappia se ha fatto l'antitetanica, e che oltre la metà delle tredicenni non ricordi se ha fatto quella contro il Papilloma virus, che viene somministrata per l'appunto all'età di 13 anni.