La somministrazione dell'anticorpo monoclonale ha dimostrato di ridurre i ricoveri del 90%
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E' già "allerta" per la prossima stagione epidemica del virus respiratorio sinciziale tra i bambini, "ma oggi abbiamo un'arma potente rappresentata dall'anticorpo monoclonale Nirsevimab, che ha dimostrato di ridurre i ricoveri del 90%: esprimiamo quindi grande soddisfazione per la decisione del ministero della Salute di avviare il percorso per rendere questo farmaco a carico del Ssn e gratuito in tutte le Regioni, evitando così qualunque differenza territoriale e rendendo disponibile questa profilassi per tutti i neonati. Speriamo che la proposta vada a buon fine", ha detto il presidente della Società italiana di neonatologia (Sin), Luigi Orfeo.
La preoccupazione per questo virus, che colpisce soprattutto i neonati entro i primi sei mesi di vita, è molto alta: lo scorso anno, ricorda Orfeo, si sono infatti registrati circa 15mila ricoveri in ospedale per bronchiolite da virus sinciziale, una delle forme più gravi, di cui 3mila in terapia intensiva, e ci sono stati 16 decessi. "Se, come speriamo, potremo far partire la profilassi da novembre per tutti i neonati, questo potrebbe cambiare la storia di questa infezione dal momento che il nuovo anticorpo ha dimostrato di ridurre del 90% il rischio di ospedalizzazione", ha spiegato l'esperto. Si tratta, ha quindi chiarito, di "un anticorpo ad azione preventiva che blocca la penetrazione del virus nell'organismo, e viene spesso impropriamente definito "vaccino". Con il vaccino, infatti, si inietta una parte del virus o del batterio per stimolare una reazione immunitaria con la produzione di anticorpi da parte dell'organismo; il Nirsevimab, invece, è già un anticorpo che viene direttamente somministrato neutralizzando l'accesso al virus".
Il ministero della Salute ha già avviato i contatti con l'Aifa al fine di rendere disponibile in tutte le Regioni, a carico del Servizio sanitario nazionale e dunque senza oneri per i cittadini, l'anticorpo monoclonale Nirsevimab contro il virus respiratorio sinciziale nei bambini, che può evolvere in casi di bronchiolite anche gravi.
La precisazione arriva dallo stesso ministero, dopo che una precedente circolare - datata 18 settembre - aveva allertato le Regioni in piano di rientro, prevalentemente al Sud, in merito all'opportunità di garantire autonomamente la somministrazione di questo farmaco, definito anche vaccino anti-bronchiolite, gratuitamente pur non essendo incluso nei Livelli essenziali di assistenza. In una nuova circolare alle Regioni in data odierna, a firma direttore generale della ex Direzione della Programmazione sanitaria, Americo Cicchetti, si chiarisce infatti che "in considerazione dei possibili profili di iniquità territoriale nell'accesso alle terapie basate sull'anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus, utilizzato per la cura delle infezioni di virus respiratorio sinciziale (VRS) in età pediatrica, derivabili dall'applicazione della nota del 18/09/2024, il ministero ha già avviato le opportune interlocuzioni con l'Agenzia Italiana del Farmaco e la Direzione Generale della Prevenzione dello scrivente Ministero, al fine di garantire un equo e tempestivo accesso per i pazienti a tutte le terapie approvate che mostrano adeguati profili di appropriatezza, sicurezza ed efficacia su tutto il territorio nazionale". Il problema, da quanto si apprende, è che esiste attualmente una normativa restrittiva per le regioni in piano di rientro che rende allo al momento difficoltosa l'erogazione di farmaci non compresi nei Lea attraverso una decisione autonoma da parte di queste Regioni. Al fine di superare tale difficolta normativa, si terrà oggi, secondo quanto si apprende, una riunione al ministero tra i dipartimenti della Prevenzione e della Programmazione.