I RISULTATI DI UNO STUDIO

Parkinson, l'accumulo di una proteina la chiave dello sviluppo della demenza

La ricerca all'origine della scoperta è stata pubblicata sulla rivista Nature Parkinson's disease ed è utilie per intervenire tempestivamente con terapie mirate conto l'avanzare della malattia

19 Giu 2023 - 15:43
 © IGN

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E' una proteina l'elemento che fa sviluppare il Parkinson. Si tratta della 945-sinucleina ed è la chiave che regola lo sviluppo di sintomi simili alla demenza nella malattia: porta infatti al declino cognitivo, ma solo se si accumula in determinate aree del cervello. Lo studio è stato realizzato dall'Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con l'Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli, l'Ircss San Raffaele di Roma a l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. 

La pubblicazione su una rivista specializzata

 La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Parkinson's disease Npj, è fondamentale per capire i meccanismi della demenza nel Parkinson e per poter quindi intervenire tempestivamente con terapie mirate. 

Morte dei neuroni e difetti di memoria

 La malattia è nota per i disturbi motori provocati dalla morte dei neuroni nel mesencefalo, un'area del cervello coinvolta nella visione, nella regolazione dei movimenti muscolari e nei meccanismi di ricompensa. Spesso, però, questa patologia si associa anche alla comparsa di allucinazioni o difetti di memoria, che possono in alcuni casi portare all'insorgere della demenza: la causa è l'accumulo di 945-sinucleina, una molecola normalmente presente nel cervello, ma che può causare la morte dei neuroni quando si accumula. Tuttavia, non tutti i deficit di memoria precoci si trasformano in demenza.

Esperimenti sui topi

 "Utilizzando topi in cui è possibile aumentare in modo selettivo (ossia in specifiche aree del cervello) l'espressione della proteina che si ritiene all'origine dei sintomi, abbiamo osservato che quando la 945-sinucleina si accumula nell'ippocampo provoca difetti di memoria che però restano stabili e non peggiorano", spiega Elvira De Leonibus di Ibbc-Cnr e Tigem, che ha coordinato la ricerca. "Al contrario, quando la 945-sinucleina si accumula nel mesencefalo, porta a sintomi simili alla demenza umana". 

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