Basato sull'intelligenza artificiale

Parkinson, un test del sangue con la AI lo individua 7 anni prima dei sintomi

Lo strumento permette la diagnosi precoce accurata al 100% della malattia. A svilupparlo un team di ricercatori anche italiani 

18 Giu 2024 - 17:25
 © IGN

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Individuate le "spie" del Parkinson già sette anni prima dell'insorgenza dei sintomi. A riuscirci un semplice test del sangue che utilizza l'intelligenza artificiale. Il risultato si deve allo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications e guidato da University College London e Centro Medico Universitario di Goettingen (Germania). 

Si apre così la strada a un metodo efficace per la diagnosi precoce di questa malattia che colpisce attualmente quasi 10 milioni di persone in tutto il mondo. Si va anche verso la somministrazione di terapie in via preventiva, in modo da rallentare o bloccare i danni causati dalla malattia. Alla ricerca ha contribuito anche l’Università di Bologna e l'Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna. 

Perché è importante la diagnosi precoce?

 "Man mano che diventano disponibili nuove terapie per il trattamento del Parkinson, dobbiamo diagnosticare i pazienti prima che sviluppino i sintomi", afferma Kevin Mills dello University College London, che ha coordinato i ricercatori insieme a Brit Mollenhauer del Centro di Goettingen. "Non possiamo far ricrescere le nostre cellule cerebrali e quindi dobbiamo proteggere quelle che abbiamo. Al momento, chiudiamo la porta della stalla dopo che i cavalli sono ormai scappati, invece dobbiamo iniziare i trattamenti molto prima".

Il test basato sull'IA

 Con questo obiettivo in mente, gli autori dello studio hanno sviluppato un test basato sull'IA che, analizzando otto molecole presenti nel sangue le cui concentrazioni sono alterate nei malati di Parkinson, diagnostica il disturbo con un'accuratezza del 100%.

Questo strumento è stato poi messo alla prova sulla sua capacità di prevedere in anticipo la malattia su 72 persone affette da Disturbo comportamentale del sonno Rem, che spesso porta al Parkinson: il 79% dei partecipanti è risultato avere lo stesso profilo delle persone malate di Parkinson e finora, nei dieci anni successivi di monitoraggio, le previsioni dell'IA si sono rivelate esatte. 

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