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Pelle umana coltivata dalle staminali: verso lo stop ai test sugli animali

Ricercatori inglesi hanno creato un'epidermide artificiale, per trovare cure a malattie come l'eczema rinunciando a esperimenti sulle cavie

30 Apr 2014 - 09:48
 © -afp

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Uno strato di pelle umana "coltivato" dalle cellule staminali, ottenuto in laboratorio per trovare nuove cure a malattie come l'eczema. L'epidermide artificiale è stata ottenuta dai ricercatori del King's College di Londra e potrebbe aprire nuovi orizzonti sulla ricerca medica. Questa pelle, che riproduce le stesse funzioni di quella naturale, consentirebbe di abbandonare la sperimentazione sugli animali, almeno nel campo della cosmetica.

Dalle cellule cutanee - La pelle, creata dagli studiosi inglesi in collaborazione con il San Francisco Veteran Medical Center, è stata generata partendo dalle cellule staminali umane e ha evidenziato una capacità permeabile ancora maggiore a quella "originale". Questa epidermide garantisce un'alta protezione verso la penetrazione di microbi e batteri. Le cellule epiteliali infatti sono state prelevate e poi riprogrammate, grazie a ricerche durate alcuni anni tra i due istituti.

Fine degli esperimenti sugli animali? - Questa scoperta consentirà di portare a termine nuovi test cosmetici su larga scala, per la cura di malattie delle pelle come l'eczema. "Possiamo usare questo modello per studiare come si sviluppa normalmente la barriera cutanea e come sia poi compromessa in diverse malattie, stimolando la riparazione e il recupero", dicono i ricercatori. Un altro aspetto fondamentale riguarda la possibile interruzione della sperimentazione sugli animali da laboratorio. Secondo gli studiosi "la pelle è superiore scientificamente a quella di conigli, maiali, ratti o altri animali. I risultati della ricerca saranno applicabili alle persone". Le associazioni animaliste britanniche hanno quindi accolto favorevolmente la notizia, sperando che possa rappresentare una svolta nelle prove mediche e farmacologiche, riporta l'International Business Times.

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